Diario di una schiappa

14/04/11 - I dolori pre-adolescenziali del giovane Greg, il ragazzino nato dalla matita di Jeff Kinney, impegnato a sopravvivere alla scuola media.

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  • Jeff Kinney
  • Gli Stati Uniti sono specialisti nello sfornare commedie di ogni tipo sui teen ager e sulla lotta quotidiana che devono affrontare al liceo, soprattutto quando si trovano nella fastidiosa ma piuttosto comune situazione di non essere “i più” in niente: né i più fighi, né i più intelligenti, né i più atletici, né i più ricchi e via dicendo. Ma dov’è che comincia la guerra per arrivare illesi all’età adulta? Jeff Kinney non ha dubbi: sono le terrificanti scuole medie raccontate nella sua serie a fumetti Diario di una schiappa, best-seller mondiale con oltre 50 milioni di copie vendute che l’anno scorso è diventato un film, di cui in America è già uscito un seguito ed è in preparazione addirittura il terzo capitolo. In Italia, dove il libri di Kinney hanno avuto ugualmente successo tra i più giovani, la versione cinematografica uscirà a luglio, pronta a conquistare tutti i bambini che come il suo protagonista Greg stanno per compiere il gran salto dalle elementari alle superiori: una specie di anticamera dell’inferno adolescenziale in cui si è troppo grandi per aspettarsi le coccole e la comprensione dell’infanzia, ma anche troppo piccoli per affrontare le sfide in maniera matura. Così col primo giorno di scuola cominciano anche i grattacapi di Greg, vessato dal fratello maggiore, ignorato dai compagni e prematuramente destinato a sedersi a mensa con i più emarginati dell’istituto, nonostante la sua ferrea dedizione all’obiettivo di entrare negli annali dei migliori della classe.

    Rapido e vivace, Diario di una schiappa ride in modo bonario delle sue peripezie e dei suoi fallimenti, ironizzando inconsapevolmente anche su quella spinta a primeggiare a tutti i costi che pesa come un macigno su tutti i ragazzi di quell’età ma in special modo sugli americani, per cui l’impopolarità sembra sempre peggio di un ergastolo. Meno smielata e volgare di un teen-movie, ma anche più sveglia e divertente di un comune film per l’infanzia, la trasposizione cinematografica dei libri di Jeff Kinney arriva quindi con semplicità e ironia al cuore del pre-adolescente sfigato che si nasconde in ognuno di noi, e per quanto non sia un capolavoro assoluto, ma presenti anzi un taglio abbstanza televisivo, non dispiace nemmeno sapere che si tratta dell’incipit di una fortunata serie. Dispiace solo che i disegni originali non trovino molto spazio nel film se non in brevi parentesi distribuite qua e là senza troppo impegno, anche se bisogna ammettere che i giovani attori fanno bene la propria parte: dal protagonista Zachary Gordon alla shooting star Chloe Moretz, già protagonista di Let me in, Kick-Ass e presto sugli schermi con l’Hugo Cabret di Martin Scorsese.

    LAURA CROCE

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