Herzog: il parere della sala

05/05/11 - In prima nazionale al Trento film festival, Cave of Forgotten Dreams ha entusiasmato molti spettatori. Ecco le loro reazioni.

Dalla nostra inviata Giovanna Barreca

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA ad alcuni spettatori d’eccezione del film:

  • Gianluigi Bozza, selezionatore e membro del consiglio direttivo del Trento Film Festival
  • Alessandro Anderloni, direttore del Lessinia Film Festival
  • Simona Manfredini dell’Associazione Altrispazi
  • Aggiungere una proiezione in tarda serata per non deludere i tantissimi che si sono messi in fila già dal primo pomeriggio per poter vedere le grotte preistoriche di Chauvet , in Francia, raccontate in una maniera unica e straordinaria da Werner Herzog era già qualcosa di straordinario ma volevamo raccontare le reazioni dopo un’esperienza spettatoriale così forte paragonabile solo a quella provata nel cinema delle origini. A questa sorta di pre-cinema hanno fatto riferimento molti critici e lo stesso direttore artistico, Fant, che ha introdotto la prima proiezione alle 20. Il 3D del regista tedesco, come nessuno prima di lui, ci ha regalato la visione di queste grotte sapendo che la profondità era elemento fondamentale da far percepire per poter davvero vivere quest’esperienza. “Questa profondità e questa articolazione è stata usata da questi stessi uomini (32000 anni fa) per essere integrata nella dinamica di queste immagini ritrovate” precisa Fant ricordando alcuni animali raffigurati con 8 zampe, altri in posizioni particolari sulla grotta.

    Su questo e molto altro abbiamo voluto sentire l’opinione di spettatori e non solo. Truffaut sottolineava che ogni persona pratichi il proprio lavoro e anche quello di critico cinematografico e noi siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’acutezza di alcune riflessioni. Molti hanno apprezzato la contaminazione tra i generi diversi definendo “narrazione intima e tratti lirici” quella presente nella pellicola. Alcuni hanno sottolineato la bravura di Herzog nel permetterci di vivere il film da angolazioni diverse soprattutto quando il regista “indaga sulle persone senza retorica ma ponendo domande improvvise”. E come ha detto una spettatrice citando una battuta del film, anche noi siamo andati a dormire ‘sognando leoni’. Ricordiamo che al Trento film festival è possibile partecipare anche ad un altro viaggio-visione herzoghiana perché in concorso è presente Happy People di Dmitry Vasyukov del quale Herzog è produttore, sceneggiatore e voce narrante. Il film è ambientato nella Taiga siberiana ed incentrato sulla popolazione indigena del villaggio di Bakhtia seguita dalle telecamere per un intero anno. Alla scoperta di come si possa nel 2010 vivere e cacciare come cento anni fa.