Immortals 3D

10/11/11 - L'ombra di 300 sul nuovo peplum hollywoodiano che distribuisce trash a volontà, ma senza neanche divertire. Nel cast Rourke e Pinto.

Una volta li chiamavano peplum: avevano alle spalle grandi produzioni piene di comparse, effetti speciali artigianali, mostri animati con improbabili pupazzetti, immancabili gonnellini e calzari e soprattutto un’idea estremamente vaga di mitologia o eventi storici storpiati in storie pittoresche e di largo consumo. Sono passati decenni, è arrivato il 3D, ma il concetto non è cambiato, anzi, è molto peggiorato. Sarà forse per una forma inguaribile di cinefilia nostalgica, ma almeno quei polpettoni coloriti e colorati sembravano avere un aspetto ludico e infantile che permetteva di superare il kitsch, o addirittura di coglierne gli aspetti divertenti. Certo, magari era solo il fascino dei pupazzetti mostruosi, ma ormai sembra che il genere sia stato del tutto ingabbiato e divorato dal canone tamarro stabilito da 300 e dal suo gusto per lo sciovinismo macho della peggior specie. Oltre che, naturalmente, per i pettorali in bella vista, i combattimenti scialbi pieni di sangue (ma rigorosamente mai così coraggiosi da diventare splatter), e per quella fotografia plumbea che va tanto di moda.

Questo è Immortals, né più, né meno. Il povero eroe malcapitato stavolta è Teseo (interpretato da Henry Cavill presto Superman nel reboot di Zack Snyder) che del proprio ricco mito (ricordate vagamente Medea, il filo di Arianna?) non riesce a salvare proprio nulla se non lo scontro con un Minotauro, che poi non è neppure quello cretese. Non va meglio neppure agli dèi, cinti da improbabili costumini dorati che definire carnevaleschi sarebbe una cortesia, senza contare che non mantengono nulla dell’iconografia classica, né della loro grandezza. Atena, ad esempio, invece dell’elmo che evidenzia la sua natura guerriera, porta per quasi tutto il film un’ingombrante corona che richiama alla mente quella di Brigitte Nielsen in Fantaghirò. Ma dorata, ovviamente. In generale, tutti i personaggi (tra cui Freida Pinto, Mickey Rourke e Luke Evans) appaiono riduttivi, banali, se non addirittura involontariamente comici. Ruotano intorno alla vacuità di un’azione che non lascia senza respiro, ma in compenso viene imbellettata di pretestuosi ideali retrò, come onore, immortalità, la difesa di donne e madri dalle immancabili forze del Male con la M maiuscola. L’apice del trash viene raggiunto però in una delle scene iniziali, in cui un traditore viene evirato con una violenta martellata sugli attributi… in 3D! Se questo è epos…

LAURA CROCE

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