Krokodyle

20/12/11 - Horror-fantastico tra Il fantastico mondo di Amelié e Tim Burton, che segna il ritorno di Bessoni dopo Imago Mortis. Al CiociariaFilmFest.

Dalla nostra inviata MARILENA VINCI


Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA al regista del film:

  • Stefano Bessoni
  • Dopo il macabro Imago mortis Stefano Bessoni torna con Krokodyle, un film sulla creatività e sulla fantasia in cui non abbandona però i toni dark. Passato in concorso al Ciociaria Film Fest, il film è incredibilmente uscito sul mercato italiano solo in dvd, trovando maggior fortuna all’estero dove ha vinto anche dei premi importanti come quello per il Miglior Lungometraggio Fantasy al CineFestival di San Paolo del Brasile e la menzione d’onore al Sitges, solo per citarne alcuni. Krokodyle (si pronuncia proprio così com’è scritto dato che è in polacco) racconta di un giovane filmaker, Kaspar Toporsk (alter ego dello stesso Bessoni), in attesa di risposte per riuscire a realizzare i suoi progetti cinematografici. Le sue giornate trascorrono immerse nella fantasia, disegnando, scrivendo e inventando un suo mondo immaginario che giorno dopo giorno sembra diventare sempre più reale. I suoi amici sono Helix, una fotografa ossessionata dalla morte e dallo scorrere del tempo, Schulz, un folle sarto dalle bizzare teorie sulla creazione e sui manichini e Bertolt, un collega regista che non ha mai superato il fallimento di un film rovinato dai pesanti interventi imposti dalla produzione. Tutti sono anime di Kaspar quindi di Bessoni. La bottega di oggetti rari in cui il protagonista si reca per cercare spunti interessanti, raccoglie cose meravigliose, proprio come la mente di Bessoni che racchiude un ricchissimo immaginario fantastico, la sua arma per sfuggire dalla paura/ossessione della morte e dello scorrere del tempo (temi portanti dell’opera). La pellicola è una sorta di taccuino di appunti cinematografici che procede per capitoli, fatto di immagini catturate d’istinto, di disegni, di fotografie e di brevi animazioni in cui le creature orrorifiche di Kaspar prendono vita grazie alla stop motion. Un film atipico, surreale, visionario, di strabordante fantasia a metà tra Il fantastico mondo di Amelié e Tim Burton con riferimenti a Wim Wenders e Peter Greenaway, in cui la creatività fluisce in maniera libera e senza filtri.

    Quello del regista è uno sfogo ma anche una sorta di esorcismo nei confronti della sua controversa opera prima Imago mortis, film ad alto budget, su cui non ebbe il final cut, significativamente rimaneggiato dalla casa di produzione per renderlo più commercialmente appetibile. Krokodyle è una sorta di manifesto insomma, che esalta la creatività contro le logiche del profitto. Nonostante la produzione low budget, Bessoni si riscatta, riuscendo a confezionare un prodotto pregevolissimo, autoriale, spontaneo e raffinato al tempo stesso. Affatto secondario l’ottimo lavoro del cast, in cui figurano Lorenzo Pedrotti, Jun Ichikawa, Francesco Martino e Orfeo Orlando. Inspiegabile come un film di così grande personalità e tanto originale nel nostro panorama cinematografico, non abbia trovato distribuzione dovendosi accontentare di un’uscita in dvd in edicola.