Mammuth

28/10/10 - Realismo esasperato per la storia di Mammuth, centauro pensionato in cerca di giustizia sociale...

Realismo esasperato per la storia di Mammuth, centauro pensionato in cerca di giustizia sociale

28/10/10 – Presentato in concorso all’ultimo Festival di Berlino e girato con una 8 millimetri per creare l’effetto di un film in bianco e nero a colori, Mammuth, interpretato da un Gerard Depardieu in stato di grazia, è l’uomo irascibile e coerente che declama le proprietà del prosciutto (come operaio in un macello ne ha trattati migliaia in anni di attività) e si scaglia contro l’addetto al reparto insaccati del supermercato perché non ama il suo lavoro. E’ l’uomo disadattato che durante il suo primo giorno di pensione non riesce a far la spesa al supermercato, a passare con il carrello tra due auto parcheggiate e che così decide di utilizzare la forza, rigando le fiancate dei veicoli per poi fuggire via. Non sa stare a casa a dedicarsi ai piccoli bisogni quotidiani come la riparazione di una maniglia. Tutto questo è però solo l’inizio di un forte cambiamento: Mammuth sarà infatti anche l’uomo determinato che girerà mezza Francia per raccogliere i documenti mancanti per poter percepire la pensione giustamente meritata dopo 40 anni di lavoro; sarà l’uomo che conoscerà e si rapporterà col mondo circostante.

Un road movie che permette all’uomo di compiere una sorta di viaggio alla ricerca di un’esistenza che non sia solo casa, zero relazioni sociali (emblematica dell’assenza di contatto umano è la sua festa di pensionamento con la lettura del commiato da parte del direttore e la consegna del dono, l’anonimo puzzle), e lavoro. Disteso sull’erba di un prato con ‘l’amante perduta’ (Isabelle Adjani) ammette di non sapere cosa sia lo stare senza far nulla, amare il piacere dello sedersi sulla sella della sua mitica moto (sono rimansti meno di 10 esemplari in tutto il mondo della Munch 1200 del 1972 col motore di un’auto montato su un due ruote) non solo per raggiungere un altro luogo ma solo per assaporare il piacere del vento, della velocità, dell’andare senza una meta. Quando fa il bagno nel fiume è finalmente il bimbo troppo cresciuto che non è potuto essere perché scaraventato già all’età di 16 nel mondo del lavoro.

Tante le coraggiose inquadrature fisse e i piani sequenza anche se abbiamo sopportato poco i primissimi piani (eccessivi) su Mammuth e la moglie (Yolande Moreau). Così opprimenti da mostrarci le qualità epidermiche dei loro visi, così esteticamente gratuite. L’intento era quello del realismo a tutti i costi ma per raccontarlo è stata usata una forzatura forse non necessaria. E’ vero che “la luce del super16 reversibile usato ci mostra Depardieu in un modo nuovo, diverso” come affermano i registi, ma forse non ci trasmette l’intensità cercata e necessaria alla storia. Azzeccata, invece, la scelta della partecipazione di tatni attori non professionisti che regalano freschezza e sincerità. Benoit Delepine e Gustave Kervern caricano il film di riferimenti all’oggi dove il lavoro non è garantito per nessuno. Humour nero – come in Louise-Michel – per raccontare una società alla deriva; per 90 minuti non ridiamo del goffo Mammuth, dalla sua vicenda lavorativa piuttosto si prende spunto e si fugge.

GIOVANNA BARRECA

Titolo originale: Mammuth
Produzione: Francia 2010.
Regia: Benoît Delépine, Gustave de Kervern
Cast: Gérard Depardieu, Yolande Moreau, Isabelle Adjani, Benoît Poelvoorde, Blutch
Genere: commedia
Durata: 92′
Distribuzione: Fandango
Data di uscita: 29 ottobre 2010

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