Sguardi sonori

02/12/09 - Per ricreare l’impatto emotivo e visivo della metropoli e della sua vita negli anni ’30, Michael...

Sguardi sonori – Nemico pubblico
Il suono della vecchia città

(Rubrica a cura di Emanuele Rauco)

sguardi-sonori-interno.jpg02/12/09 – Per ricreare l’impatto emotivo e visivo della metropoli e della sua vita negli anni ’30, Michael Mann nel suo ultimo film “Nemico pubblico” ha curiosamente preferito il digitale alla pellicola, convinto che quest’ultima portasse lo spettatore troppo lontano dalla realtà del luogo e del tempo. Ma per farne rivivere lo spirito e l’atmosfera non poteva che rifarsi alla musica del tempo, e per aiutarlo a mescolare suoni urbani, country e orchestrali dell’epoca ha chiamato un compositore prestigioso come Elliot Goldenthal. Già vincitore di un Globe e di un Oscar,a Goldenthal è stato affidato il compito non sempre facile di mescolare le anime topografiche della pellicola attraverso una selezione di brani che possono accompagnare una partitura originale densa di pathos e tensione emotiva: lo ha fatto attraverso canzoni e strumentali jazz e swing, attraverso il country blues d’epoca, ma anche con l’uso di timbriche e armonie particolarmente notturne, in sintonia con alcune delle sequenze chiave del film.

Le chitarre ruspanti di Ten Million Slaves di Otis Taylor si sposano alla voce straordinaria di Billie Holiday in Love Me or Leave Me e a quella soffice di Diana Krall in Bye Bye Blackbird, mentre l’orchestra di Benny Goodman di King Porter Stomp e Chicago Shake, fa da perfetto e ironico contraltare alle atmosfere densissime e turbanti di brani originali come Billie’s Arrest o Plane to Chicago, fino alla chiusura bluegrass di Dark Was the Night, Cold Was the Ground di Blind Willie Johnson. Lavoro di grande cura, bellezza ed emotività, capace non di solo di restituire l’anima dei personaggi dentro il loro contesto storico-sociale, ma anche di reinterpretale attraverso il talento e la capacità sinfonica di un compositore che conosce il valore dell’emotività e dello struggimento musicale. Uno di quei (non molti) casi, in cui l’ascolto e il riascolto fanno parte di un piacere anche extra-filmico.