The Hunter

03/06/11 - Dopo il Festival di Torino, da cui riproponiamo la recensione, esce The Hunter, film di Rafi Pitts che conferma la vitalità del cinema iraniano.

Dal nostro inviato al Festival di Torino, Alessandro Aniballi

04/12/10 – Il regista e interprete Rafi Pitts ha presentato nella sezione non competitiva Festa Mobile al 28° Torino Film Festival The Hunter (Shekarchi in originale farsi), un film potente per carica visiva e discorso politico. Nella vicenda di un ex galeotto che si è costruito una vita con una moglie e una figlia e che si dedica alla passione della caccia (con esiti poi tragici), Pitts è riuscito a ritrarre spietatamente l’Iran post-rivoluzione islamica, un paese privo di certezze a livello sociale e i cui cittadini ne sentono, quasi inconsapevolmente, l’oppressione. Se i dialoghi sono rari e rarefatti, se i personaggi danno l’impressione di essere afoni, allora drammaticamente sembra esistere una sola forma di comunicazione tra esseri umani, quella fatta della violenza, del colpo del fucile, di quei proiettili che si infilano nella carne dell’amico/nemico/poliziotto/fuorilegge. Una sorta di feroce auto-cannibalismo che per violenza e rigore ricorda certi esempi del cinema americano della fine degli anni Sessanta (Targets di Peter Bogdanovich e, addirittura, La notte dei morti viventi di George Romero, che però il regista ha dichiarato di non aver mai visto).

Se allora vi era la rabbia e il risentimento per la guerra in Vietnam, oggi agli occhi di Rafi Pitts in Iran vi è la rabbia per un regime che controlla tutto e propaganda verità rivelate e banalizzate. Del resto – e si ha l’impressione che questo sia un esempio abbastanza raro nel cinema iraniano – The Hunter riesce ad essere sia un film prettamente di genere, un thriller, che un film altamente politico, come per l’appunto riusciva a certi cineasti americani quarant’anni fa o giù di lì; senza perciò perdere una forma personale di autorialità data da lunghi silenzi e da abbacinati campi lunghi su paesaggi cittadini geometrici e claustrofobici.

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