Twilight

20/11/08 - Adolescenti e giovani, un tempo generazione X da capire e conoscere, oggi generazione $...

20/11/08 – Adolescenti e giovani, un tempo generazione X da capire e conoscere, oggi generazione $ (o euro), borsellini da spremere con videogiochi, musica, cinema e persino letteratura. Ultimo fenomeno macina soldi è la saga vampiresca di Stephenie Meyer. E’ giunto il momento di cercare altre tasche da svuotare, ed ecco che arriva il film, diretto dall’ “esperta di adolescenti” Catherine Hardwicke, che cerca di estendere il culto anche ai giovani cinefili. Ma il risultato è un pasticcio di poca attrattiva e ancor meno interesse. Appena giunta a Forks, Bella conosce il tenebroso Edward. Indagando, le viene il sospetto che sia un vampiro; scritto da Melissa Rosenberg, Twilight è un horror romantico e giovanile, che però più che sul lato fantasy e gotico del racconto, cerca in tutti i modi di titillare l’animo fanciullesco con tocchi melodrammatici. Ambientato nello stato di Washington, il film racconta l’adolescenza e i suoi patemi, passando attraverso la passione e il suo valore sociale, descrivendone i rapporti di razza e classe, le dinamiche familiari (la cosa migliore del film, sia nel rapporto col padre di Bella, sia nella descrizione della famiglia “vegetariana” di Edward), girando a vuoto quando si tratta di focalizzarsi proprio sui giovani; tutti peraltro insopportabilmente pallidi.

Il film di Hardwicke vanifica la mitologia creata dai romanzi, cerca di rendere l’impasto di sottotesti erotici e risvolti psicologici adatto a un pubblico di massa, ma lo edulcora, lo spegne, lo rende un prodotto dal ritmo incerto e dalla prevedibile struttura, incapace di trasmettere pathos o suspense. Se la sceneggiatura e l’adattamento sono piatti, il vero problema è nella regia di Hardwicke, statica, vuota, senza il respiro o il talento visionario per rendere il filmetto degno di una saga, cercando di supplire alla mancanza d’immaginazione con la tecnica del videoclip o con gli effetti speciali a rendere il tutto ancora meno efficace e più ridicolo. Colpo di grazia alla credibilità della pellicola, la prova degli attori, che ha nell’incredibile faccia smorta e scialba di Robert Pattinson il perfetto paradigma del non-attore. Che poi, parlando di non-morti, potrebbe essere una vena di paradossale e coerente auto-ironia; se non un pregio, almeno una chiave per guardare il film senza aver voglia di scappare dalla sala.

(EMANUELE RAUCO)


Articoli correlati:

New moon
Walk of Fame – Kristen Stewart
The Twilight Saga: Eclipse