Venezia 67 con Gassman

01/09/10 - In occasione del primo decennale della morte, la Mostra del Cinema di Venezia, dedica un omaggio a Vittorio Gassman...

Venezia 2010 omaggia Gassman, il grande mattatore

(Dalla nostra inviata Daria Pomponio)

01/09/10 – In occasione del primo decennale della morte, la 67. Mostra del Cinema di Venezia, dedica un omaggio a Vittorio Gassman, indimenticabile icona del cinema, del teatro e della televisione nostrana. Dopo il meritato Leone d’Oro alla carriera consegnatogli nell’edizione del 1996, Gassman riemerge figurativamente dalle acque della laguna per illuminare gli schermi del festival con il suo straordinario talento recitativo. Due gli eventi a lui dedicati: il 31 agosto è stato proiettato a Venezia Profumo di donna di Dino Risi (1974) in una versione restaurata dalla Cineteca Nazionale, mentre il 1 settembre, data della nascita dell’attore e giorno dell’apertura di Venezia 67, sarà il turno del documentario inedito Vittorio racconta Gassman, una vita da Mattatore realizzato da Giancarlo Scarchilli con la collaborazione di Alessandro Gassman. La Biennale celebra dunque un interprete il cui carisma e la cui versatilità restano tutt’oggi insuperate, capace di solcare con passo marziale i palcoscenici dei teatri incarnando ora i tormenti dei personaggi di Tennessee Williams ora gli spasmi indomiti dei grandi ruoli shakespeariani; su tutti resta indimenticabile l’esperimento teatrale dell’Otello recitato al fianco di Salvo Randone, in una tournée che vedeva i due scambiarsi i ruoli di Otello e Jago in una performance che era già teoria del teatro.

Che indossasse il parrucchino sghembo di Brancaleone (in L’armata Brancaleone di Monicelli, 1966), abiti da donna con profonde scollature sulla schiena (come accade ne I mostri, sempre di Dino Risi, 1963) o leggesse le analisi cliniche come accaduto nelle sue più recenti performance televisive per la trasmissione RAI Avanzi, Vittorio Gassman riusciva sempre ad incantare lo spettatore. Lo sguardo magnetico e ambiguo, la fisicità segaligna, i lineamenti un po’ spigolosi lo hanno reso un interprete versatile e sempre sorprendente. La sua personalità strabordante e le note doti affabulatorie gli sono valsi poi il celebre soprannome di “mattatore”, padrone della scena, incantatore di generazioni di spettatori. L’attualità di Gassman è la sua eredità, è impossibile replicarne lo stile e la bravura, meglio dedicarsi a scandagliarne la pluridecennale filmografia. Nel corso della sua carriera, Gassman ha ritratto, messo a nudo e fustigato ben 5 decenni di storia del nostro paese. Oltre ad incarnare sovente sullo schermo quei pregi e difetti tipici dell’italiano medio, croce e delizia della mai troppo compianta commedia all’italiana, Gassman è stato anche e sopratutto autore dei propri personaggi, come solo un grande interprete sa fare. Pensiamo al Bruno de Il sorpasso, al già citato Brancaleone, al Peppe er Pantera de I soliti ignoti (Mario Monicelli, 1958), al Giovanni Busacca de La grande guerra (Monicelli, 1959) e a quel personaggio senza nome che catturava l’anziana Signora Ceccarelli e la “sacrificava” in nome dello spietato “neorealismo” del cinema italiano nell’episodio “Presa dalla vita”, sempre ne I mostri di Dino Risi.

Se ancora se ne piange il lutto è perché è dunque ben netta la consapevolezza della sua insostituibilità. Quando il nostro cinema avrà un nuovo Gassman? La speranza è l’ultima a morire, dice il proverbio, ma la domanda, si sa, è tristemente retorica.

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