Aquarius: memoria come forma di fedeltà a se stessi

La nostra intervista al regista Kleber Mendonça Filho a Roma per presentare Aquiarius, con protagonista l'icona brasiliana Sonia Braga. Dopo l'anteprima mondiale in concorso al Festival di Cannes, in sala dal 15 dicembre per Teodora, il film è uno spaccato della società brasiliana con al centro una donna che resiste. L'autore, anche attraverso la musica che assume una valenza fisica, lascia entrare lo spettatore nella narrazione.
Intervista a Kleber Mendonça Filho a cura di Giovanna Barreca

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“Questo film parla d’amore, di ricordi, della Storia e soprattutto della capacità di dire no che oggi diventa un atto politico, amplificato spesso dai social media” dichiara Kleber Mendonça Filho, critico cinematografico e regista di Aquarius, suo secondo lungometraggio presentato all’ultimo Festival di Cannes e in sala dal 15 settembre per Teodora Film.
A Roma per parlare dell’opera con la stampa, definisce la sua protagonista – interpretata dall’icona del cinema brasiliano Sonia Braga – una donna, una madre che decide consapevolmente di dire di no.
Co-protagonista è la casa della protagonista nella città di Recife, località dov’è cresciuto il regista e che da anni è – come altri luoghi del Paese – soggetta a una forte speculazione edilizia. L’autore non ha dovuto ricostruire il palazzo Aquarius (che insieme al brano degli Hair) ha ispirato il titolo del film perchè la piccola costruzione, accanto ai nuovi grattacieli, è davvero una roccaforte resistente a due passi dall’Oceano. Ed è fatta di ampie finestre, di pareti alte (con poster, uno tra tutti Barry Lyndon di Stanley Kubrick) e soprattutto è invasa da una luce potente che il regista ha dovuto imparare a tenere sotto controllo, rendendola però parte della narrrazione e spesso metafora della lotta di Sonia.
La donna, che nella casa racchiude tutti i suoi ricordi, si troverà a combattere contro una potente società che vuole acquistare anche il suo appartamento, come fatto con tutti gli altri della struttura, per abbattere tutto e costruire un nuovo complesso residenziale. Sonia non resiste perchè è una conservatrice ma perchè, come ci aiuta a capire il suo rapporto con la musica, da critico musicale è aperta all’uso dell’mp3, ad una diversa fruizione della musica ma la sua carriera e la sua vita – come dimostrano le pareti della sua casa tapezzati di album – sono passati attraverso il vinile. Quello rappresenta il suo passato, esattamente come la casa dove sono vissuti i suoi parenti prima di lei e dove essa stessa ha cresciuto i suoi figli, sconfiggendo un cancro e sopravvivendo all’amato marito.
Nell’intervista abbiamo approfondito il valore dato nell’opera filmica alla luce e alla musica che, come afferma il regista, assume una valenza fisica.

giovanna barreca