Club Sandwich

Una divertente commedia esistenziale ambientata in un luogo quasi surreale, sospeso nel tempo e nello spazio, in cui le timidezze, le paure e le solitudini si amplificano e fluttuano nell'aria mosse dal potente turbinio di un ventilatore azionato alla massima velocità.

Paloma e Hector sono madre e figlio. Lei ha trentacinque anni ed è una madre single, lui ha quindici anni, è timido, è scosso dai primi turbamenti sessuali e dalla scoperta del suo corpo. Inseparabili e in totale simbiosi, i due condividono giochi, passioni musicali, tempo libero e panini come se non avessero segreti l’uno per l’altra. L’arrivo in un resort di Puerto Escondido, deserto per via della bassa stagione, non fa che amplificare l’intensità del loro legame fino al giorno in cui, a rompere ogni equilibrio, arriva Jazmin, una coetanea parecchio più sveglia di Hector che non teme i ‘colpi di calore’ e con la quale scatta subito l’attrazione. Disturbata dall’improvviso distacco del figlio e dal suo evidente interessamento nei confronti della ragazza, Paloma tenta in ogni modo di impedire i contatti tra i due fino al momento in cui per forza di cose sarà costretta ad accettare la realtà.

Terzo film del regista messicano Fernando Eimbcke (autore di Temporada de patos, presentato alla Semaine de la critique 2004 e premio Fipresci a Berlino 2008 con Sul lago Tahoe), Club Sándwich è una commedia ricca di umorismo e sottile cinismo, un coming-of-age centrato più sul personaggio della mamma che sui due adolescenti inquieti. L’adolescenza non è un processo difficile solo per chi la vive ma è un passaggio che coinvolge tutta la famiglia, in special modo quando questa è composta da una madre single che vive il suo rapporto genitoriale come centro del suo mondo. Tra sguardi languidi, silenzi imbarazzanti, partite a carte, gelosie, tuffi e creme idratanti si dipana la vacanza che segna l’inizio dell’età adulta per Jazmin ed Hector ma anche per Paloma, che forse per prima dovrà accettare il distacco; un cambiamento fisiologico, ma non per questo meno doloroso, che cambierà la sua vita e condurrà il rapporto con il figlio su un altro livello.

Grandiosa la colonna sonora, perfetta la scelta narrativa dell’autore che dirige in maniera eccezionale i suoi attori catapultandoli in una commedia esistenziale ambientata in un luogo quasi surreale, sospeso nel tempo e nello spazio, in cui le timidezze, le paure e l’eccitazione si amplificano e fluttuano nell’aria mosse dal potente turbinio di un ventilatore azionato alla massima velocità. Il risultato è un’opera fluida ed essenziale tutta incentrata sulla scrittura e sulla recitazione (María Renée Prudencio è straordinaria nei panni del terzo incomodo) che ci restituisce un mosaico emotivo di grande fascino e di incredibile vitalità. Un panino ripieno dal sapore agrodolce che delizia e corrobora, che si fa metafora di un confuso ed ancora acerbo rapporto a tre.

Luciana Morelli per Movieplayer.it Leggi