Fest a Belgrado

Il 40° International Film Festival, fino al 4 marzo. Tra gli ospiti, il regista di origine serba Peter Bogdanovich, con una retrospettiva dei suoi film.

Si è aperto il 24 febbraio con la proiezione di The Tree of Life di Terrence Malick, il Fest – International Film Festival di Belgrado. L’evento, giunto alla sua quarantesima edizione, andrà avanti fino al 4 marzo, tra anteprime, incontri con gli autori, anteprime e una selezione delle migliori pellicole già presentate negli altri festival europei. Lo slogan di questa edizione è l’originale “XL – Nel mondo dei grandi”, dove “XL” ha un doppio significato: oltre a fare riferimento alla “taglia extra large”, indica infatti in numeri romani proprio la cifra relativa all’edizione in corso. Saranno due gli omaggi a importanti figure del cinema internazionale previsti dal Fest: Jiří Menzel e Peter Bogdanovich. Autore  di pellicole come Treni strettamente sorvegliati, Estate imprevedibile e Ho servito il re d’Inghilterra, il cecoslovacco Jiří Menzel, è celebre in Serbia anche come regista teatrale e ha lavorato con noti interpreti nazionali come Ljuba Tadić e Lazar Ristovski. Anche il maestro del cinema statunitense, ma di origine serba, Peter Bogdanovich, presenzierà alla kermesse e sarà omaggiato con una retrospettiva. Tra gli altri, saranno proiettati capolavori del calibro di L’ultimo spettacolo (1971) e Paper Moon (1973). Sia Bogdanovich che Menzel, saranno inoltre protagonisti di una master class indirizzata prevalentemente agli studenti delle scuole di cinema della capitale serba.

Tra le proiezioni del Festival, si potranno vedere (o rivedere) molti dei titoli più blasonati della stagione ancora in corso, come Drive di Nicolas Winding Refn, Carnage di Roman Polanski, La pelle che abito di Pedro Almodóvar, Melancholia di Lars von Trier e J. Edgar di Clint Eastwood. All’interno di questa ricca selezione, evidentemente orientrata verso i gusti del grande pubblico, ci sarà spazio anche per l’Italia, grazie a This Must be the Place di Paolo Sorrentino e Habemus Papam di Nanni Moretti.

Tra le anteprime si segnalano invece  A Better Life di Chris Weitz (regista di About a boy – Un ragazzo e La bussola d’oro), ancora inedito dalle nostre parti e l’atteso The Rum Diary di Bruce Robinson, che segna il ritorno di Johnny Depp nei panni di un personaggio creato dalla penna di Hunter S. Thompson a quattordici anni di distanza da Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam. Ci saranno inoltre il vincitore del Festival Internazionale del film di Roma Cosa piove dal cielo (Un cuento Chino) di Sebastiàn Borensztein e la commedia romantica senile The Best Exotic Marigold Hotel, diretta da John Madden e interpretata da un cast di strepitosi over 50: Bill Nighy, Judy Dench, Maggie Smith e Tom Wilkinson. Non mancherà poi una selezione di prodotti dell’area balcanica, con l’albanese Maya di Pluton Vasi, storia di un uomo che fa ritorno in Albania per il funerale del padre e Stanje Šoka (State of Shock) di Andrej Košak, una sorta di Goodbye Lenin ambientato in Yugoslavia, frutto di una co-produzione tra Slovenia, Bulgaria, Serbia, Bosnia e Herzegovina e Republica di Macedonia, che fa ben sperare per il sorgere di una piattaforma produttiva nella regione. Desta non poca curiosità Local Vampire pellicola montenegrina di Branko Baletić su un ragazzo con il vizio del gioco d’azzardo che, per sfuggire ai creditori, si finge morto e “risorge” nottetempo nelle vesti di un vampiro per tormentarli. Lo stesso dicasi per Water Hands di Vladimir Todorović un roadmovie sui generis nato dalla sorprendendente sinergia produttiva tra Serbia e Singapore e dove un marinaio cinese cambia vita dopo un viaggio tra gli splendidi paesaggi balcanici, intrisi di folklore e antiche leggende. Chissà che non accada lo stesso anche ai visitatori stranieri di questo interessantissimo festival.