Le marionette solitarie di Celestini

Alle Giornate degli autori il nuovo film di Ascanio Celestini che torna ad esplorare le solitudini del quartiere Quadraro di Roma. In sala dall'8 ottobre. Le nostre interviste al regista, Rohrwacher, Striano.
Intervista ad Alba Rohrwacher a cura di Giovanna Barreca
Intervista ad Ascanio Celestini a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Salvatore Striano a cura di Giovanna Barreca

Ascanio Celestini scena del film Viva la sposa Roma febbraio/marzo 2015“Una chiave fondamentale del film sono le marionette. Tutti questi personaggi vivono una tragedia moderna perchè sono tutte marionette senza nessuno che muove i fili. Sembra che si muovano ma cadono. Sanguineti sul passaggio dall’epica alla tragedia diceva che nell’epica sono tutte marioinette ma ci sono gli dei che le muovono. Nella tragedia ancora li miuovono ma i personaggi tragici non sanno in che direzione stanno andando, quindi sbagliano la direzione. Nella tragedia moderna che è il grottesco i fili sono stati tagliati, gli dei non ci sono più e i fili sono stati tagliati”. Attraverso questa dichiarazione fatta ai nostri microfoni è possibile definire il nuovo film di Ascanio Celestini presentato all’interno delle Giornate degli autori alla 72esima Mostra internazionale del cinema di Venezia. Viva la sposa è un’esplorazione del quartiere Quadraro di Roma e dell’umanità che lo abita, della solitudine che tutti i personaggi sanno esprimere, attraversa la chiave della sottile ironia e dell’umorismo che caratterizzano l’opera cinematografica, teatrale e letteraria di Ascanio Celestini.
Nel film, in uscita nelle sale dall’ 8 ottobre, anche Alba Rohrwacher che interpreta Sofia, una ragazza che vorrebbe scappare da quel quartiere e Salvatore Striano, un Sasà malavitoso che in una caserma vedrà cambiare tutto il suo destino. Ascanio, regista e attore è invece Nicola, ubriacone che passa le giornate tra un incontro al bar e l’altro, realizzando sporadici spettacoli teatrale per i bambini e prendendosi cura di Nicola, figlio di Anna e forse anche suo.
giovanna barreca