Variations ordinaires

L'idea di cinema come spazio pubblico. Anna Marziano ad Italiana.doc presenta un mediometraggio che in maniera dirompente propone un'idea stilistica diversa. La nostra intervista.
Intervista alla regista Anna Marziano

Un rapporto passionale con le parole di centinaia di persone intervistate – ponendo sempre la stessa domanda – a Roubaix, e uno anonimo con gli spazi urbani della città stessa, dal passato post industriale e oggi tra le più difficili socialmente parlando per l’alto tasso di disoccupazione e di violenza diffusi. Il film è la possibilità offerta al pubblico di “attraversare lo spazio ambiguo dell’identità singolare/plurale”. Anna Marziano in Italiana.doc al Torino Film Festival porta Variations ordinaires, un mediometraggio stilisticamente e produttivamente indipendente, lavorando sui rapporti sociali che è necessario ripensare nella contemporaneità del ventunesimo secolo. Inizia a registrare tracce sonore per mesi con le confessioni di anonimi che le rivelano qual è stata la frase pronunciata da un amico, da una persona cara che li ha in qualche modo cambiati. Tale punto ha creato, all’interno della comunità, gruppi di discussione negli spazi urbani visitati – piscine, centri commerciali, scuole, strade, parchi – che sono poi diventati permanenti e da individuale, l’esperienza è diventata collettiva e un valore aggiunto.

Laureatasi in scienze politiche a Padova, poi diplomatasi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e dal 2009 in Francia, l’autrice ricercava in questo documentario la possibilità di uscire da determinazioni alle quasi spesso cediamo per ritrovare la libertà di ricostruire frammenti di vite attraverso le parole e poi la libertà ‘visiva’: lo spettatore può lasciarsi coinvolgere da un paesaggio ripreso a telecamera fissa per diversi minuti in campo medio e seguire un oggetto che si muove in maniera fluida all’interno della scena, con massima libertà; un sacchetto nell’acqua, il percorso di un uomo, quello che accade al di là della vetrina di un negozio o davanti ad un palazzo in una strada in leggera pendenza (in tutto 13 piani sequenza su scorci urbani che – dichiara la regista: “Creano una sorta di cartografia di micro-trasformazioni delle identità umane”). Lo spettatore può anche scegliere di seguire il flusso delle parole e trasformare le immagini sullo schermo in qualcosa di invisibile anche se sono la dimensione più evidente. Quello della Marziano è l’idea di un cinema che indaga diversi livelli di realtà e processi di funzionalizzazione che sempre più caratterizzano lo scenario mediatico.

Diverso anche l’impianto distributivo che si darà al film. L’intento primo sarà quello di creare sempre un’interazione con lo spettatore in qualsiasi spazio l’opera – dignitosamente – verrà proiettata. Poi, attraverso il sito www.variationsordinaires.net, si potranno seguire diversi percorsi interattivi perché sono state messe a disposizione tutte le tracce audio delle interviste realizzate nella cittadina francese al confine col Belgio.