Anica: mercato in difficoltà

Presentati alla sede dell'ANICA i dati del 2011, con un occhio preoccupato al 2012: scendono complessivamente gli incassi e - nel primo trimeste di quest'anno - scende la quota del cinema italiano. Al centro della discussione il successo di Quasi amici.
Angelo Barbagallo, presidente produttori ANICA
Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema del Mibac
Riccardo Tozzi, presidente dell'ANICA
Il produttore della Indigo Film Nicola Giuliano

E’ stata una mattinata movimentata alla sede dell’ANICA, dove sono stati presentati i dati sugli incassi del settore cinematografico relativi al 2011 e dove si è dovuto appurare che il mercato, in particolare nel primo trimeste del 2012, attraversa un periodo di flessione. Se si guarda al 2010 gli incassi complessivi  sono diminuiti del 10% (da 735 milioni di euro a 661) rispetto allo scorso anno, mentre gli introiti relativi ai film italiani sono saliti del 9% (da 214 milioni a 235); aumentati nel corso del 2011 anche il numero di film italiani prodotti. Ma quel che preoccupa complessivamente è il dato di questo primo trimeste del 2012 in cui sia il mercato complessivo che quello relativo al cinema italiano risultano in flessione. Secondo Riccardo Tozzi, presidente dell’ANICA, il nostro cinema ha bisogno di tornare allo spirito di film come Pane e tulipani di Silvio Soldini, in una sorta di abbraccio tra cinema d’autore e istanze commerciali; mentre Angelo Barbagallo, presidente dei produttori ANICA, ha ipotizzato che effettivamente ci si potrebbe trovare di fronte – attualmente – a un radicale cambiamento dei gusti del pubblico italiano. Il successo della commedia francese Quasi amici, oramai sopra i 13 milioni di euro, ha sconfitto qualsiasi commedia italiana distribuita nel corso della stagione, ad eccezione di Benvenuti al Nord. Non sono mancate le note polemiche, a partire dalla querelle relativa alla digitalizzazione delle sale, trasformazione in cui l’Italia risulta ancora indietro rispetto ad altri paesi, per passare al problema delle co-produzioni, che nel nostro Paese continuano ad essere scarse. In tal senso è intervenuto il produttore Nicola Giuliano della Indigo Film, il quale ha fatto notare che se le co-produzioni internazionali faticano in Italia è perché non si dà abbastanza fiducia, nel nostro paese, agli indipendenti e agli autori ancora non affermati.