Audiard e la violenza dell’integrazione a Cannes 2015

In Dheepan, Jacques Audiard descrive in modo violento e politicamente scorretto l'integrazione degli stranieri. In concorso a Cannes

dheepan.jpgCannes, 21 maggio 2015 – Tra i migliori registi francesi in attività, Jacques Audiard arriva al 68° festival di Cannes come quarto (su 5) francese in concorso con Dheepan, dramma sociale venato di nero e violenza, come solito il regista: il protagonista del film è un ex-guerrigliero dello Sri Lanka che pur di fuggire dalla situazione del suo paese parte con una donna e una bambina fingendo che sia la sua famiglia. Giunti in Francia cercano di rifarsi una vita, ma la violenza che inonda le periferie francesi non è meno pericolosa di quella che ha bagnato di sangue il suo paese.
Accolto piuttosto bene alla proiezione per la stampa, Dheepan è uno sguardo inedito sull’integrazione, che sembra raccontare l’altro lato di Tutti i battiti del mio cuore: qui infatti, Audiard sceglie di seguire una famiglia che deve integrarsi prima con se stessa, deve capire come poter diventare un vero nucleo e poi interagire con un mondo che fa della violenza la sua legge, in cui la differenza tra Sri Lanka e Francia non è così evidente. Il suo cinema di corpi che si scontrano e si formano attraverso la violenza, diventa qui questione di culture che cercano di respingersi come gli anticorpi respingono un virus: con meno sussulti dei suoi film precedenti e con qualche eccesso, Dheepan conferma però una solidità di impatto, una coerenza di stile e una capacità di scorgere i lati oscuri e violenti del quotidiano che lo rendano un regista da tenere sempre sott’occhio.

EMANUELE RAUCO