Ca’ Foscari: Nalazek traspone Faulkner

Piotr Nalazek narra la forza di attrazione e di repulsione di un fratello e di una sorella che si cercano ma che non possono stare insieme. La nostra intervista, in esclusiva, al regista e sceneggiatore polacco.
Intervista a Piotr Nalazek a cura di Giovanna Barreca

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Sinossi. Un fratello e una sorella vengono separati da piccoli. Anni dopo si rincontrano e, spaventati dall’aver scoperto che l’amore che li lega non è solamente fraterno, i due si dividono di nuovo. Ma l’uomo inizia a cercare la sorella, la cui presenza, pur visibile per pochi fotogrammi, aleggia costantemente su una narrazione che si estende per un arco temporale non lineare, nel quale immagini dell’infanzia dei due ragazzi si intervallano al presente. I Know, ispirato al romanzo di William Faulkner The Sound and the Fury, racconta la vita come un’ombra che cammina e il passato come un eterno ritorno all’interno di un presente che non si riesce a vivere appieno. (Da catalogo festival)

Il regista polacco Piotr Nalazek decide di realizzare una trasposizione di The Sound and the Fury di William Faulkner ma con un’ambientazione contemporanea per avvicinare l’universo del protagonista a quello degli spettatori. Wein (I Know), in concorso all’ottava edizione del Ca’ Foscari Short film festival, narra un amore tra un fratello e una sorella, con una ricerca disperata da parte del ragazzo che ricorda il loro correre felice da bambini, con soggettive sugli occhi dell’allora bambina, come se fosse stato ipnotizzato da quello sguardo che continua a ossessionarlo e a chiamarlo a sè. La corsa all’inseguimento diventa una sinfonia disperata che percorre l’intera narrazione, accompagnata da un mondo circostante sempre piccolo, sempre circoscritto, sempre ripreso al crepuscolo come se inutilmente presente. L’unica cosa che conta è lei, è ritrovare quegli occhi e quell’amore così intenso e distruttivo al tempo stesso.
Weim funziona a livello di messa in scena perchè rende i personaggi affascinanti e mostruosi al tempo stesso, perchè esiste una forza di attrazione e allo stesso tempo di repulsione che li muove ma sceglie sempre un montaggio troppo veloce come se, su quei volti, avesse paura di soffermarsi troppo.

Studente della University of Silesia di Katowice, Nalazek ci spiega ai nostri microfoni perchè ha scelto di non iniziare il film con il dramma che invece è presente nel libro e perchè la scena dell’introspezione psicologica del protagonista ha richiesto molti più ciak di tutte le altre.

giovanna barreca