Chiude la Fujifilm

Dopo la bancarotta della Kodak, anche la Fujifilm chiude i battenti. L'era del digitale è oramai iniziata.

Procede a larghe falcate l’avanzare del digitale. A cadere sotto i colpi della sua scure è stavolta il colosso della fotografia Fujifilm, costretto a chiudere i battenti a causa della concorrenza del nuovo supporto, più economico e versatile. Solo di pochi mesi fa è la notizia della bancarotta della rivale Kodak e adesso anche la produttrice nipponica di pellicole dovrà chiudere i battenti, confermando ancora una volta, che la settima arte è di fronte alla fine di un’era. Nata nel 1934 la Fujifilm ha fornito per oltre otto decenni le pellicole per la realizzazione e la proiezione di film. L’azienda, che sta accettando gli ultimi ordini, fermerà a breve la produzione dell’impianto di Ashigara, nella prefettura di Kanagawa, ma ha garantito che continuerà a sviluppare le pellicole speciali per il restauro e la conservazione archivistica dei film.
I supporti Fujifilm hanno dato luce e colore di recente a pellicole come Into The Wild di Sean Penn (fotografia di Eric Gautier), Il cigno nero di Darren Aronofsky (fotografia di Matthew Libatique) e Terraferma di Emanuele Crialese (fotografia di Fabio Cianchetti).
Fuji è stata protagonista anche della Mostra del Cinema di Venezia con Bella addormentata di Marco Bellocchio e E’ stato il figlio, entrambi fotografati da Ciprì, e con La città ideale di Luigi Lo Cascio, fotografato da Pasquale Mari.