I racconti dell’orso, il film “ufo” in sala dal 12/03

Indubbio tratto creativo per il film presentato in concorso al Torino Film Festival del 2015 e finalmente in sala. Si inizia dalla sala di Moretti a Roma e poi in tour nel resto d'Italia. Riproponiamo la nostra intervista ai registi Samuele Sestieri e Olmo Amato.
Intervista a Samuele Sestrieri e Olmo Amato a cura di Giovanna Barreca

La bella notizia è che un film visto nel novembre 2015 con intervista ai giovani registi esce in sala. Al Torino Film Festival incontrammo Samuele Sestieri e Olmo Amato, non ricordiamo se i più giovani registi di quell’ottima edizione della kermesse piemontese ma sicuramente i più coraggiosi perchè portarono in concorso un film sperimentale, indipendente, girato con una troupe molto ridotta e ridottissimo mezzi tecnici.
Intitolammo questo articolo: Cinema libero che divide perchè i giudizi sull’opera furuno contrastanti e anzi, accesero anche interessanti discussioni post-visione tra il pubblico torinese e tra gli addetti ai lavori presenti.
A tre anni dall’anteprima mondiale e dopo aver girato diversi festival in tutto il mondo, dal 12 marzo 2018 verrà distribuito da MFN, in collaborazione con Vivo film in diverse sale cinematografiche in tutta Italia, partendo dal Nuovo Sacher di Roma. I registi saranno presenti in sala.
Tutti gli aggiornamenti su www.iraccontidellorso.it.

racconti01Nel sottotitolo e nell’inizio della nostra intervista siamo partiti dalla definizione di Fabio Ferzetti che su “Il messaggero” ha definito “film ufo” il primo mediometraggio di finzione realizzato da due giovani registi italiani: Samuele Sestieri e Olmo Amato che, con meno di ventimila euro, traendo spunto da un viaggio nel Nord Europa, sono arrivati al concorso del Torino film festival con un’opera che ha fortemente diviso la critica.
Personaggi principali sono un omino rosso, un monaco marrone e la natura incontaminata di Finlandia e Norvegia dove in estate si può godere di una luce crepuscolare che dura 4 ore e che quindi ha fornito lo strumento primario per dare vita all’immagine ideale del sogno di una bambina che si addormenta in auto sul sedile posteriore mentre due adulti parlano di viaggi, percorrendo una lunga strada tra campi di grano.
“Tutto il film è girato con luce naturale ed è un film dell’inatteso. Non avevamo una sceneggiatura ma solo un soggetto di partenza che poi si è ampliato ed evoluto” affermano i giovani autori ai nostri microfoni, spiegandoci come siano riusciti a dare l’idea della sospensione del tempo e del rapporto con uno spazio-natura, dove i personaggi sembrano sfiorare tutto e a volte dalla natura stessa sembrano catturi; altre ancora sembra giudarli, come se nella “chiesa della natura”, dove si recano per cercare aiuto, venissero ascoltati. Una sorta di metafisica dei luoghi.
In loco hanno curato da soli regia, fotografia, riprese e allo stesso tempo erano i due personaggi in scena. La fase di montaggio è durata oltre un anno e si sono avvalsi di un piccolo contributo raccolto con il crowdfunding.

giovanna barreca

Sinossi. I racconti dell’orso è una bizzarra “favola apocalittica” che racconta la storia di un monaco meccanico che, in un mondo abbandonato dagli uomini, insegue uno strano omino rosso. Dopo aver attraversato boschi, città morte e lande desolate, i due buffi personaggi raggiungono la cima di una collina magica. Il ritrovamento di un vecchio peluche d’orso ormai malandato li farà riconciliare. Uniranno così le forze, nella speranza di poter dare vita al giocattolo inanimato e sfuggire al vuoto che li circonda.

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