Eddie Redmayne verso l’Oscar?

La nostra intervista dal Torino Film Festival a Eddie Redmayne, protagonista de "La teoria del tutto", vincitore ieri sera come miglior attore ai Golden Globe. Il film, nelle sale italiane da giovedì, ha vinto anche il premio per la miglior colonna sonora originale.
Intervista a Eddie Redmayne a cura di Giovanna Barreca

“Travelling to infinity: My life with Stephen” è il libro di Jane Wild, primo grande amore, moglie e madre dei 3 figli di Stephen Hawking, lo scienziato che per tutta la vita si dedicò allo studio dei buchi neri, del tempo e della relazione con la creazione dell’universo (del 1987 il volume “A brief History of time -Dal Big Bang ai buchi neri”, stampato in 10 milioni di copie e tradotto in 40 lingue che lo rese famoso in tutto il pianeta). Il biopic La teoria del tutto, girato da James Marsh (Project Nim e Shadow Dance) è soprattutto la storia di due diversi amori: quello tra Jane e Stephen che affrontarono insieme la dura malattia del ragazzo al quale ancora all’università venne diagnosticata la sclerosi amiotrofica laterale ma anche il loro amore per il sapere: Stephen nei confronti della fisica, Jane della letteratura. E forse quest’ultimo elemento salva il film dall’essere solo una sdolcinata, travagliata e spesso angosciante lotta tra amore e malattia, vita e morte, enfatizzata da una colonna sonora troppo preponderante. Il film uscirà in Italia il 15 gennaio e consigliamo più che in altre occasioni, una visione in lingua originale sottotitolata perchè lo scienziato, presente sul set insieme alla ex-moglie in diverse occasioni, ha regalato la sua attuale voce (creata da un sintetizzatore) all’opera, dopo aver capito la dedizione e la volontà degli attori e del regista di regalare autenticità alla sua vicenda.
Ieri sera ai Golden Globe è stato consacrato e ha messo un tassello importante nella corsa all’Oscar, il giovane attore protagonista del film Eddie Redmayne. L’attore inglese ha studiato la malattia e la sua terribile e inesorabile evoluzione (oggi Hawking muove solo un muscolo della guancia e comunica potendo scrivere circa 8 parole al minuto). Il pregio nella recitazione dell’attore trentatreenne è dato non solo dalla capacità di immedesimazione ma dall’aver trasformato ogni gesto in un tentativo di lotta per la vita, invece che di una menomazione da compatire fotogramma dopo fotogramma. C’è la voglia di lottare più che la pietà. Non può stringere la mano dell’amata…allora quelle cinque dita atrofizzare sono protese coraggiosamente per raggiungere quelle della ragazza con ogni mezzo. Durante l’intervista al Torino Film Festival dove il film venne presentato in “Festa mobile”, l’attore ci raccontò come – insieme all’attrice Felicity Jones che intepreta Jane – abbiano fatto anche un percorso di ascolto non solo della storia del loro protagonisti e dei loro figli ma anche di altri malati per “capire il costo a livello emozionale ed emotivo che tale malattia comporta”. Ma l’attore tiene a sottolineare che la malattia voleva avere un ruolo secondario rispetto a quella del rapporto umano e d’amore tra Stephen e Jane.

giovanna barreca