Un estate raccontata dal sedile di spalle per Rash e Faxon al Festival di Torino

C'era una volta un'estate degli sceneggiatori passati alla regia Rash e Faxon è un film di formazione tra commedia e ritratto adolescenziale. Fuori concorso
Intervista a Jim Rash e Nat Faxon a cura di Emanuele Rauco

Per fare un film indipendente di sicuro successo in America, il racconto di formazione è l’ideale: lo sanno perfettamente Jim Rash e Nat Faxon, sceneggiatori per Paradiso amaro, passati alla regia con C’era una volta un’estate, presentato fuori concorso nella Festa mobile del Torino Film Festival 2013. Il film racconta l’estate di Duncan, una ragazzo timido che soffre del nuovo compagno della madre: la vacanza in un paesino di mare e il lavoro in un parco acquatico gli farà capire molto di sé e della sua famiglia.
Scritto 8 anni fa, prima che Adventureland rilanciasse il filone del “coming of age” e simboleggiato dal sedile posteriore, girato al contrario, del titolo originale The Way Way Back, C’era una volta un’estate racconta una vacanza fuori dal tempo, presente e passata proprio per poter far identificare ogni tipo di spettatore, e indaga sulla ricerca di un surrogato paterno da parte di un ragazzo fin troppo medio e che per questo sembra un pesce fuor d’acqua ovunque. Comprensione di se stessi e della presenza femminile al centro della scena, nel film di Rash e Faxon i dilemmi di un ragazzo si confondono con quelli non dissimili ma all’apparenza più drammatici degli adulti, interpretati da un ricco cast: se Steve Carell sorprende in un ruolo misero e sgradevole, Toni Collette è la madre che cerca di reprimersi, mentre la parte dei leoni va ad Allison Jeanney e al trascinante Sam Rockwell. Imperfetti, dissestati e dissennati, ma anche gli unici adulti che provano a comunicare con quei ragazzini che un tempo, forse, erano loro.

EMANUELE RAUCO