Glatzer e Westmoreland raccontano l’Alzheimer attraverso Julianne Moore #RomaFF9

Con Still Alice, presentato al Festival del Film di Roma, Glatzer e Westmoreland raccontano una storia di malattia che si è mescolata con la loro vita.
Intervista a Wash Westmoreland a cura di Emanuele Rauco

A volte il cinema e la realtà combaciano tristemente. Mentre Richard Glatzer e Wash Westmoreland preparavano Still Alice, film presentato al festival di Roma nella sezione Gala che tratta il tema dell’Alzheimer, al primo venne diagnosticata la Sclerosi Laterale Amiotrofica: raccontare la storia di una dottoressa che a soli 50 anni deve lottare contro la perdita delle proprie facoltà cognitive, della memoria, delle capacità neurologiche è servito a Glatzer e al suo partner Westmoreland a elaborare l’arrivo di una malattia che al contrario, devasta e immobilizza il corpo (Glatzer comunica da un iPad con Westmoreland che gli fa da tramite) lasciando integra la mente.
Il film, interpretato da una Julianne Moore per cui si parla di nomination all’Oscar, è tratto da un romanzo di Lisa Genova, pubblicato in Italia da Piemme con il titoli Perdersi, si basa sulla lotta della protagonista con la propria mente e sul rapporto con i suoi familiari, soprattutto il marito Alec Baldwin e la figlia Kirsten Stewart. Un ritratto familiare drammatico, in cui però i registi hanno voluto sottolineare la possibilità vitale di affrontare la malattia e il bisogno dell’affetto e del supporto altrui.

EMANUELE RAUCO