Il carcere negli occhi di Valeria Golino raccontato da Puccioni

Come il vento di Marco Simon Puccioni, fuori concorso al festival di Roma, racconta la vita di Armida Miserere tra le prime donne direttrici di carcere. Con Valeria Golino e Francesco Scianna.
Intervista a Francesco Scianna a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Marco Simon Puccioni a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Valeria Golino a cura di Emanuele Rauco

In un momento in cui la situazione carceraria è al centro della questione politica, la vita di Armida Miserere è di importanza vitale per il sistema. Per questo è ancora più forte la presenza (fuori concorso) al Festival di Roma 2013 di Come il vento, il film di Marco Simon Puccioni che ne racconta la vita. Armida Miserere infatti fu luna delle prime donne a dirigere un carcere in Italia e il film, oltre a raccontare le difficoltà del suo lavoro e del sistema carcerario, ne descrive anche la figura di donna e come le istituzioni influirono sul suo essere.
Interpretato da Valeria Golino assieme a Filippo Timi e Francesco Scianna, Come il vento è un dramma biografico su una figura simbolo di tragedia e umanità, ma soprattutto è una riflessione sul dramma di essere prigioniero di un meccanismo che fa acqua da tutte le parti, che forse l’ha sempre fatta ma che dagli anni ’80 (cuore della vicenda) a oggi è praticamente crollato. Puccioni, nel presentare il film all’Auditorium, ha raccontato soprattutto la vicinanza intima con il personaggio di Miserere, scoperta attraverso i diari della donna, e che è diventato per Golino una delle prove più difficili della sua vita, per onorare la conoscenza con l’allora direttrice del carcere di Sulmona conosciuta durante la presentazione di Respiro.

EMANUELE RAUCO