Una finestra sul Marocco al Ca’ Foscari Short

Board Foesker al Ca' Foscari Short Film Festival presenta En Homme i Marrakech perchè, chiamato dalla sua scuola a indagare la realtà di un paese straniero, l'autore ha scelto il Marocco e la condizione degli omosessuali.
Intervista a Board Foesker a cura di Giovanna Barreca

Un’emarginazione, un assassinio, un’amicizia, un desiderio impossibile da manifestare pubblicamente. En home i Marrakech di Board Foesker – studente della Westerdals School of Communication Oslo – è stato un viaggio in una cultura diversa e poi si è trasformato nel confronto diretto con il pregiudizio. Foesker, in prima persona dichiara la sua omossessualità e come nel suo paese si senta protetto dalle discriminazioni. La possibilità data dalla scuola di girare un cortometraggio all’estero lo ha spinto a indagare una condizione per lui sconosciuta e totalmente distante dalla mentalità nella quale è cresciuto. All’inizio, parlando con un barista di un locale dove si incontrano molti uomini, vediamo il viso di Board stupito perchè il suo interlocutore accetta di vivere il suo amore solo in spazi chiusi e non possa mai manifestarlo pubblicamente, girare per mano perchè rischia una multa e persino la prigione (In Marocco l’omosessualità è un reato). Poi la macchina da presa torna ad indagare tra testimonianze di uomini che non vediamo logicamente in viso ma che si raccontano, tra il dentro del locale e poi di una casa, contrapposto spesso alle immagini dei monumenti religiosi della città. Tra il suono della preghiera e la musica house del locale, le domande di Board. Un dentro e un fuoci dei luoghi ma anche dell’autore in relazione ai suoi interlocutori. Fino a quando una tragica morte, porta a porsi nuove domande. Il film non sfocia mai in denuncia sociale o politica ma continua a rimanere ancorato alle storie degli individui come molti altri corti presenti nella quarta edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, tanto che il direttore artistico Roberta Novielli ha indicato proprio questo elemento come il fil rouge dei giovani autori in competizione. E qui individuo e soprattutto corpo come fulcro perchè in Norvegia è libero, in Marocco deve vivere forti restrizioni e le due mani in primo piano ai piedi della Moschea, durante il tramonto – ultimo fotogramma del film – ne sono l’emplema.

GIOVANNA BARRECA