Il nuovo festival di Torino nel segno di Virzì

Il neo-direttore del festival di Torino Paolo Virzì ha presentato oggi a Roma la 31^ edizione del festival piemontese.
Intervista a Paolo Virzì a cura di Emanuele Rauco

Trentuno anni di amore e passione per il cinema. Sono il segno principale del Torino Film Festival, uno dei principali festival di cinema italiani e quello più amato dagli appassionati di cinema e cinefili, e il segno di Paolo Virzì che da 22 al 30 novembre presenterà sotto la Mole 180 film raccolti (su più di 4000 visionati) tra il meglio della produzione mondiale e soprattutto selezionando le più preziose perle da altri festival.
A presentarlo alla stampa romana, prima del “vernissage” torinese, il neo-direttore Virzì che ha raccolto il testimone di Gianni Amelio cercando di non violare lo spirito del festival, unire il genere purissimo al limite con l’exploitation e la ricerca più estrema, per nutrire il rigoroso e gioioso popolo cinefilo torinese. Il concorso, riservato a opere prime e seconde, vede l’esordio di Pif con La mafia uccide solo d’estate e un altro esordio curioso, quello di Ferrone e Manzolini con il film di montaggio Il treno va a Mosca, un “come eravamo” del comunismo italiano.

Il clou del festival arriva dalla sezione non competitiva Festa mobile, che raccoglie appunto il meglio dal mondo e dai suoi festival: oltre agli attesissimi americani Coen (Inside Llewyn Davies), Jarmusch (Only Lovers Left Alive) e Baumbach (Frances Ha), si segnalano All Is Lost di Chandor, Non dico altro con l’ultima prova di Gandolfini, il premio alla regia di Berlino ossia Prince Avalanche, il ritorno di Mazzacurati con La sedia delle meraviglie, oltre al restauro digitale di 8 e ½; ma anche molto altro dal premio a Piera degli Esposti – celebrata da un documentario di Peter Marcias – alla vita di Franco Battiato, dai noir indiani alla storia polacca passando per Last Vegas e Grand Piano che apriranno e chiuderanno il festival.
Di cui questa è solo una minima parte: Europop (sezione voluta da Virzì) racconterà i film che dominano nei vari box-office senza uscire dai confini e presenterà l’anteprima di La mossa del pinguino di Amendola; After Hours è la sezione di mezzanotte, con cinema di genere e follie di vario tipo; Big Bang TV mostrerà il meglio della tv contemporanea firmata da David Fincher e Jane Campion;  la sezione TFFdoc che racchiude il meglio del documentario mondiale e italiano, passando per Lanzmann e Gianikian e Ricci Lucchi; Onde va alla ricerca del cinema sperimentale, delle ricerche sul linguaggio audio visivo, con la chicca del Pardo d’oro Història de la meva mort di Serra; E intanto in Italia mostra gli esperimenti di registi affermati oppure le prime immagini dei nuovi film di registi affermati (in questo caso, Archibugi o Zanasi tra gli altri). E per finire la prima parte della retrospettiva sul cinema americano degli anni ’60 e ’70, 36 film (e 40 il prossimo anno) tra capolavori e scoperte che avranno l’egida di Elliot Gould, ospite d’onore del festival. Ci verrebbero tre festival per contenere tanto amore per il cinema, saprà Virzì gestire cotanto programma? Ve lo sapremo dire.

EMANUELE RAUCO