Indielisboa 2013

Il festival portoghese del cinema indipendente celebra la sua decima edizione con un programma meno vasto ma ugualmente denso.

Dieci anni, dieci edizioni: per un festival, soprattutto di questi tempi non è cosa da poco, e lo è ancor meno se il festival non è un piccolo centro di divulgazione locale ma un’agenzia di produzione culturale che agisce sul piano nazionale e internazionale. Indielisboa Festival Internazionale del Cinema Indipendente arriva a toccare il doppio lustro proprio mentre intorno infuria la crisi economica, mentre lo stato portoghese taglia ogni ragionevole sostegno alla cultura e al cinema in particolare, mentre anche gli sponsor privati fanno fatica a concedersi e lesinano nelle proprie elargizioni alle iniziative culturali.

La decima edizione di Indielisboa dunque, per tutti i precedenti motivi, più che una celebrazione trionfante e festereccia sarà una festa sobria dei sopravvissuti che celebrano la propria tenacia e promettono di resistere. Tagliato il numero dei film, tagliato anche il numero dei direttori – perso Rui Pereira, si scende da tre a due: Nuno Sena e Miguel Valverde – uno dei più importanti festival del Portogallo, tra quelli più in vista nella sempre più ampia e affollata platea internazionale, cerca di seguitare nel percorso costruito negli anni passati. In prima fila alcuni dei titoli più “indie” già nei cartelloni dei più blasonati festival del continente: c’è Paradise, la trilogia di Ulrich Siedl (all’austriaco il festival tributa un omaggio programmando una piccola selezione dei suoi lungometraggi) appena conclusa a Berlino con Paradise: Hope (dopo Paradise: Love e Paradise: Faith), c’è Before Midnight, terzo capitolo di un’altra trilogia, quella romantica e un po’ conformista di Richard Linklater, c’è, come sempre qui a Lisbona, Werner Herzog, stavolta con la sua nuova serie Death Row; ma ci sono anche Leviathan della coppia di antropologi filmmaker Lucien Castanig-Taylor e Véréna Paravel, qui posizionato nel Concorso Internazionale, ma prima premiato in Italia, a Torino nella sezione INTERNAZIONALE.DOC, e ci sono Avanti popolo di Michael Wahrman e altri, tanti, tra i nomi di spicco che hanno punteggiato l’annata dei festival da Rotterdam a Roma, da Cannes a Venezia.

I veri punti di forza dell’Indielisboa restano quelli di sempre: da una parte la varietà (oltre le sezioni ormai consolidate – Concorso Internazionale, Concorso Nazionale, Observatorio, sugli autori e i movimenti da tenere d’occhio, Cinema Emergente, sui nuovi nomi e le nuove cinematografie in movimento, Pulsar do Mundo, che guarda alla contemporaneità attraverso lo strumento del cinema documentario, Indiejunior, dedicata ai più piccoli, IndieMusic sul cinema a tema musicale, Director’s Cut, che si concentra invece sul cinema che racconta e ripensa se stesso – sono previsti altri cinque programmi più una piccola collezione di eventi paralleli, dai convegni alle mostre), dall’altra panoramica di qualità sul nuovo cinema portoghese d’autore.

Felice ritorno al passato, la rinnovata collaborazione con la prestigiosa Cinemateca Portuguesa: in cartellone, tra i programmi di maggior interesse, le due personali dedicate a Patrick Jolley e a Peter Kubelka.

 

SILVIO GRASSELLI