Italia coraggiosa alla Semaine a Cannes 67

Più buio di mezzanotte, l'intenso film-romanzo di formazione di Sebastiano Risso, apre la sezione de la Semaine de la critique tra gli applausi. In conferenza denuncia sulla situazione di arretratezza italiana.
Intervista a Davide Capone a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Micaela Ramazzotti a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Sebastiano Riso a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Vincenzo Amato a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Pippo Delbono a cura di Giovanna Barreca
Intervista a Davide Cordova a cura di Giovanna Barreca

Stamane la conferenza stampa e oggi ben tre proiezioni per l’opera prima di Sebastiano Riso. Più buio di mezzanotte, presentato come film d’apertura alla Semaine de la critique, è un film politico, necessario, che vuole raccontare tutto il rimosso de Il bell’Antonio di Mauro Bolognini (1960) nell’esplorazione di Catania. Entrare nelle viscere della città siciliana, del suo quartiere a luci rosse (esistente già dall’Ottocento) del quale non bisogna parlare perchè di notte si popola di tutta un’umanità che alla luce del sole non deve esistere, che di giorno si nasconde in contesti di apparente normalità. Sebastiano Riso, prendendo spunto dalla vita di Davide Cordova – drag queen nel celebre locale Mucca Assassina -, racconta l’adolescenza di un ragazzino amato da una madre che lentamente sta diventando cieca (elemento che poi verrà vissuto come metafora del suo percorso d’amore e di accettazione del figlio) e non capito da un padre che lo costringe anche ad una cura ormonale. Non a caso il film inizia con il ragazzino che quasi come uno zombie si aggira per la città, per Villa Bellini dove cerca tra gli invisibili, tra gli emarginati la capacità di comprendere e accettare la sua diversità, il suo aspetto che lo fa somigliare a una ragazza.
Un film dove la musica e la città sono – insieme a Davide (Davide Capone – straordinario interprete scelto dopo oltre 9000 provini) – i soli protagonisti di un’opera che privilegia i campi medi e la macchina a mano capace di pedinare il protagonista tra i meandri della città, come in quelli del suo animo. Un film volutamente alla ricerca di una poetica realistica.
La conferenza stampa, visto l’argomento, ha vissuto momenti intensi di profonda denuncia per la situazione vissuta dai gay nel nostro Paese dove, dice Sebastiano Riso: “Non si è ancora pronti ad accettare l’omosessualità”. E l’attore Pippo Delbono, “l’uomo in bianco” del film, si scaglia duramente contro il vero Davide e tutti coloro che in Italia non capiscono che “Il privato deve diventare pubblico”, che non dire le cose diventa una forma di fascismo culturale. Un cancro da estirpare per una società più giusta.
Micaela Ramazzotti che interpreta la madre di Davide, si dice felice di questo film che festeggia un autore dalla personalità forte, intuitiva. “Un regista che sa raccontare e visualizzare le sue storie”.
Da ricordare che il montaggio è di Marco Spoletini come per Le meraviglie di Alice Rohrwacher, in concorso al Festival di Cannes.

GIOVANNA BARRECA