Kossakovsky vince a Trento

Il regista russo al Trento Film Festival per ritirare la Genziana d’oro per ¡Vivan Las Antipodas! che ha estasiato e divertito pubblico e giuria. Riconoscimenti importanti anche per Carrari, Peyronnet, Chaud , Kollmann e Trentini/Romano.
Intervista a Sergio Fant, responsabile programmazione del Trento Film Festival
Intervista a Victor Kossakovsky, premiato con il miglior film per ¡Vivan Las Antipodas!

Dalla nostra inviata GIOVANNA BARRECA

Con aria divertita e totalmente a suo agio tra le montagne che abbracciano Trento, Victor Kossakovsky è sbarcato nella città trentina per partecipare alla consegna della Genziana d’oro, premio per il miglior film del Trento Film Festival 2012. Dopo aver partecipato in concorso alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, ¡Vivan Las Antipodas! ha divertito e affascinato – per il suo gioco tra punti opposti del pianeta, agile strumento per raccontare il modo di percepire la contemporaneità muovendosi tra visibile e invisibile – il pubblico che ha affollato le proiezioni (tutte sold out) e la giuria internazionale formata da Eliza Kubarska, Ramyata Limbu, Victor Boyarsky, Hugh Purcell, Mario Casella che così ha motivato il riconoscimento: “Genziana d’Oro a un film documentario che è un indimenticabile omaggio alla Madre Terra nella sua diversità, maestosità e antichità. L’idea è ingegnosa, la realizzazione è piena di qualità artistiche e tecnicamente brillante”.

Genziana d’Oro per il miglior film d’alpinismo a Verticalmente démodé di Davide Carrari per la pura idea di free climbing (si aggiudica anche il Premio “Bello” e Premio Città di Imola), Genziana d’Oro per il miglior film d’avventura a La nuit nomade di Marianne Chaud per la narrazione ricca di sensibilità e Genziana d’Argento per il miglior mediometraggio a La voie Bonatti di Bruno Peyronnet “capace di collegare attraverso una corda sottile l’eroica epoca dell’alpinismo e le sfide affrontate dagli scalatori contemporanei”. Premio della Giuria a Strong: a recovery story di Andras Kollmann per il tributo allo spirito umano esaltato nel film. A Lasciando la baia del re è andato il Premio Solidarietà della Cassa Rurale di Trento e, all’unico film italiano del concorso, Piccola terra di Michele Trentini e Marco Romano, il premio della stampa “Bruno Cagol” e quello come miglior reportage; esplora anch’esso, come l’opera di Kossakovsky, in maniera non banale, la contemporaneità. La giuria, inoltre, ne ha riconosciuto gli alti valori artistici, antropologici, economici e socio-turistici.