“La voce di Berlinguer”, quando passione significava politica

Mario Sesti e Teho Teardo lavorano sul suono e i discorsi del leader comunista per un documentario sperimentale tra le proiezioni speciali della Mostra.
L'intervista ai registi Mario Sesti e Teho Teardo e alla produttrice Flavia Parnasi a cura di Emanuele Rauco

C’era una volta una politica fatta di passione, che trasmetteva emozioni e radunava folle oceaniche, esattamente come uno spettacolo. A quella politica hanno guardato il critico Mario Sesti e il musicista Teho Teardo per realizzare La voce di Berlinguer, sperimentale documentario di breve durata, prodotto da Flavia Parnasi e presentato tra le proiezioni speciali della 70^ Mostra del Cinema di Venezia. Partendo da un discorso che Berlinguer tenne a Torino nel 1981, Sesti e Teardo riprendono la gente, i loro visi, attraverso riprese ufficiali e amatoriali, una folla oceanica che adesso sarebbe impensabile.

E soprattutto si concentrano, come dice il titolo, sulla voce e sul suono della registrazione, sporcata dagli anni e dall’inadeguatezza tecnica che nelle mani di Teardo diventa una partitura di rifrazioni, interferenza, suoni elettrici ad accompagnare le parole appassionate. Che aiutano a riflettere su come alcuni temi e problemi siano sempre gli stessi, ma anche su come c’era un tempo in cui la politica serviva a pensare a un futuro possibile, non ad aggiustare il presente, su quanto la politica diventando spettacolare abbia invece perso il senso di un vero spettacolo, ossia il rapporto con il pubblico, fatto di affettività ed emotività. Di cui Berlinguer, schieramenti politici a parte, era maestro riconosciuto.

EMANUELE RAUCO