L’esperienza politica e umana di Marcella Di Folco al #TFF32

La leader del Mit è la protagonista de Una nobile rivoluzione di Simone Cangelosi presentato in Italiana doc. Un ritratto politico e umano che racconta anche lo processo della nostra democrazia. La nostra intervista al regista.
Intervista a Simone Cangelosi a cura di Giovanna Barreca

Al Torino film festival uno dei temi dominanti è sicuramenta la democrazia. Non solo la sua mancanza in Paesi a regime dittatoriale ma anche nell’Europa “democratica”. Una sezione apposita di documentari ci guida sul tema e altri film in concorso e fuori provano ad indagarne i confini, denunciarne le derive e le profonde lotte per ottenere i diritti che le democrazie dovrebbero garantire. Sicuramente Una nobile rivoluzione di Simone Colangeli, presentato in Italiana doc, affronta il tema in maniera apparentemente meno diretta grazie al viaggio che lo spettatore compie attraverso il percorso umano e politico di Marcella Di Folco, leader del movimento italiano transessuali, scomparsa nel 2010 mentre ancora continuava a battersi per i diritti ad una vita anche giuridicamente accettabile per tutti coloro che come lei aveva compiuto adeguato chirurgicamente il loro corpo al loro sentire. Simone Cangelosi avendo diverse ore di interviste frontali, immagini di archivio dei comizi e delle manifestaioni degli ultmi 25 anni e un’intervista alla sorella decide di trovare il filo giusto per unire il tutto attraverso un percorso cronologico. L’autore parte in auto con la sorella di Marcello dal quartiere d’infanzia della famiglia per traghettare lo spettatore nelle tappe più significative di un percorso uomano e politico: Roma, Bologna, Rimini. Un viaggio che racconta un paese fatto di forti e inaccettabili contraddizioni. Un viaggio che diventa anche un’esplorazione e una riflessione sui cambiamenti avvenuti negli ultimi trent’anni.
Durante la nostra intervista è stato utile analizzare col regista un tema sottotraccia presente nel film: le dolorose trasformazioni vissute dalla protagonista, prima apprezzata per il suoi lineamenti da Fellini alla ricerca dell’immagine “dell’uomo italico” (Satyricon e Amarcord nel ruolo del Principe), poi Cerbero del “Piper” negli anni Sessanta fino all’operazione a Casablanca e la trasformazione in Marcella.
Un film testamento su una figura umana e politica fondamentale, un film che pone diversi interrogativi sull’essere italiani oggi, sullo stato della nostra democrazia e un film intimo sull’essere umano, su quanto sia necessaria un’onestà intellettuale di fondo: su quanto si voglia non essere maschere ma totalmente padroni di sè.
giovanna barreca