Mariana Rondòn racconta il Venezuela attraverso un taglio di capelli

Rondòn presenta a Roma e a Padova Pelo malo, suo terzo film che arriva in sala dopo le vittorie a Torino e San Sebastian. L'abbiamo intervistata.
Intervista a Mariana Rondòn a cura di Emanuele Rauco

Dopo aver vinto premi un po’ dappertutto, compreso San Sebastian e Torino, Mariana Rondòn arriva in Italia per presentare, prima a Roma poi agli Incontri del cinema d’essai di Mantova, Pelo malo, terzo film per il cinema e primo ad arrivare anche nelle nostre sale. Il film racconta del rapporto complicato tra una madre e un figlio nella periferia di Caracas: la violenza delle strade, le difficoltà economiche nel mantenere una famiglia da sola e l’ossessione del figlio per i suoi capelli, crespi ma che vorrebbe lisci, renderanno la loro vita piuttosto complicata.
Pelo malo è una storia di vita ordinaria che però diventa attraverso questo racconto minimale una riflessione sul Venezuela contemporaneo, realizzato proprio durante gli ultimi giorni di vita di Chavez, presidente divenuto per i cittadini quasi un simbolo religioso: e Rondòn, usando i capelli crespi come metafora, racconta la società e la sua cultura attraverso quei simboli come la bellezza, l’apparenza, la virilità per un uomo e la femminilità per una donna, il denaro. Rondòn ha lavorato con una sola professionista, Samantha Castillo, premiata a Torino, e ha poi scelto tutti attori non professionisti – come il piccolo Samuel Lange Zambrano – e gli abitanti dei sobborghi venezuelani, utilizzando tecniche da documentario per riprendere i luoghi e usando il gioco per interagire con gli attori e tirare fuori il meglio (o il peggio) di loro stessi.

EMANUELE RAUCO