Morto Arnoldo Foà, 97 anni di amore per il cinema e per il teatro

Foà, straordinario attore di cinema, teatro e tv, è scomparso sabato scorso, lasciando uno dei percorsi artistici e umani più belli del nostro paese.

A 97 anni si è spenta la più calda e inconfondibile voce dell’arte e dello spettacolo italiani: Arnoldo Foà è morto lo scorso sabato, 11 gennaio, a Roma all’età di 97 anni, due settimane prima del suo 98° compleanno. Una vita avventurosa la sua, dalle vicissitudini del fascismo che dopo le leggi razziali lo isolarono – essendo Foà di origine ebraica – costringendolo alla fuga per evitare la deportazione, ai 4 matrimoni – di cui l’ultimo nel 2005 – passando per i guai con il fisco che lo portarono a una sorta di auto-esilio alle Seychelles, dal 1994. In mezzo una carriera incredibile, cominciata negli anni ’30 a teatro (l’amore di una vita, coltivato fino al 2007, dopo un periodo al Centro Sperimentale di Cinematografia interrotto proprio dall’entrata in vigore delle leggi razziali, e proseguita attraverso tutti i media, dal doppiaggio alla televisione, che gli diede grande popolarità con gli storici sceneggiati RAI, ma anche con le fiction più recenti.
In mezzo il cinema, con il quale ha solcato 71 anni di storia dello spettacolo italiano, da Crispino e la comare (Sorelli, 1938) fino a Ce n’è per tutti (Melchionna, ’09), partecipando a film del calibro di Altri tempi di Alessandro Blasetti, Il processo di Orson Welles, Borsalino di Jacques Deray, Tutti gli uomini del deficiente di Paolo Costella, fino a Gente di Roma di Ettore Scola con cui vinse il Nastro d’argento come attore non protagonista. Nonostante l’età e il diradarsi degli impegni, il suo volto, il talento e soprattutto la voce – che ha dato corpo alle versione italiane di molti film di Anthony Quinn (tra cui La strada di Fellini), Kirk Douglas e John Wayne – hanno emozionato il pubblico, tanto che le sue ultime apparizioni, datate 2012, sono come voce narrante di due documentari televisivi. Foà sarà celebrato in forma laica domani 14 gennaio a Roma, presso il Campidoglio, prima con una camera ardente dalle 10 e poi con una cerimonia laica presso la Protomoteca. L’ultimo saluto a una delle più grandi incarnazioni dello spettacolo e della cultura non solo come arte, ma come vera forma di vita.

EMANUELE RAUCO