Faenza e il caso Emanuela Orlandi

"Il film dimostra, volutamente, il contrario di quello che sostiene il titolo", dice il regista. Che presenta La verità sta in cielo, dal 6 ottobre in sala: le interviste a Roberto Faenza e al cast
Intervista a Roberto Faenza, di Emanuele Rauco
Intervista a Riccardo Scamarcio e Greta Scarano, di Emanuele Rauco
Intervista a Valentina Lodovini, di Emanuele Rauco

“Il film dimostra, volutamente, il contrario di quello che sostiene il titolo. E spero possa dare un assist per fare quell’ultimo metro che serve per raggiungere la pienezza di quanto effettivamente già conosciamo”. Roberto Faenza presenta La verità sta in cielo, film che tenta di ricostruire e portare in superficie la verità sul caso Emanuela Orlandi, quindicenne residente in Vaticano scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Caso irrisolto la cui inchiesta, proprio qualche mese fa, è stata archiviata dalla Corte di Cassazione dopo che la Procura e il tribunale hanno ritenuto “che non ci fossero sufficienti elementi di prova”. E il titolo del film “si ispira a quel ‘Lei è in cielo’ che Papa Francesco disse alla famiglia durante un incontro. Di fatto, è stato il primo a dire che la ragazza era morta”, spiega ancora il regista.

“La magistratura chiude l’indagine dicendo che mancano le prove per andare a processo, ma mi sembra non sia così. Il dossier in possesso del Vaticano è reale, perché non lo tira fuori, magari verrebbe fuori la verità. Visto che Papa Francesco crede nella trasparenza, spero verrà fuori”, dice ancora Faenza, che per quanto riguarda le motivazioni che lo hanno portato a realizzare il film, spiega: “Questo film nasce dalla convinzione che il dolore della famiglia deve trovare risposte. A Roma sembra si abbia paura della verità e la chiusura delle indagini è un grave errore storico, perché non è affatto chiusa”.

Strutturato su diversi piani temporali, La verità sta in cielo – nelle sale dal 6 ottobre in circa 250 copie distribuito da 01 – segue la vicenda di Maria (Maya Sansa), giornalista di origine italiana che lavora per una rete televisiva inglese, inviata a Roma all’indomani dello scandalo “Mafia Capitale” per indagare sulle connessioni tra malavita, poteri forti, depistaggi e insabbiamenti che, per oltre 30 anni, hanno impedito fosse mai emersa la verità sul caso Emanuela Orlandi. Attraverso l’incontro con un’altra giornalista (Valentina Lodovini, che interpreta Raffaella Notariale, inviata della trasmissione Chi l’ha visto?), Maria viene a conoscenza dell’esistenza di Sabrina Minardi (Greta Scarano), ex moglie del calciatore Bruno Giordano ma, soprattutto, amante di Enrico De Pedis, detto Renatino (Riccardo Scamarcio), il boss che ha saputo gestire meglio di ogni altro il malaffare della capitale, leader dei Testaccini che, nel 1990, venne ucciso da un commando della banda della Magliana. Nonostante il suo passato, venne sepolto nella Basilica di S. Apollinare, vicino Piazza Navona, nel cuore di Roma, proprio accanto alla scuola di musica che frequentava Emanuela Orlandi…

Greta Scarano in La verità sta in cielo

“So che gli avvocati dei fratelli De Pedis hanno chiesto di vedere il film e probabilmente ne chiederanno il sequestro, ma dubito che succederà mai una cosa simile”, dice Faenza, che sulle possibili reazioni del Vaticano (nel film un ruolo cruciale è anche quello di Monsignor Marcinkus, interpretato da Paul Randall, presidente dello IOR dal 1971 al 1989 che rimase invischiato nello scandalo del crack del Banco Ambrosiano) aggiunge: “Ho molti amici in Vaticano che già hanno visto il film, di certo non vi dico quello che mi hanno detto. Se vorranno lo faranno loro”.

Presente anche in un brevissimo cammeo alla fine del film, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi: “Ringrazio molto Faenza e la Rai che hanno voluto fare questo film. Ipotesi sulla sparizione ne sono state fatte molte, quello che apprezzo è che il regista abbia voluto mettere il senso di giustizia come motore al film, e che soprattutto insista sul fatto dell’archiviazione. Perché elementi indiziari forti ce n’erano, si sapeva, ma piuttosto che approfondirli si è cercato di archiviarli”.

Sul coinvolgimento produttivo di Rai Cinema (naturalmente insieme alla Jean Vigo dello stesso Faenza e Elda Ferri), l’ad Paolo Del Brocco spiega: “Per noi è un film, come lo erano I cento passi e Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana. Rispettiamo sempre il punto di vista degli autori, la gente si farà poi una sua opinione: qui parliamo di una storia i cui svolgimenti hanno avuto molti snodi, e fatti certificati. Il cinema della Rai deve far sì che ci sia un confronto, stimolare il dibattito sulle storie oscure del nostro paese”.

Non è stato semplicemente un film per gli attori coinvolti, però, che Faenza ringrazia anche per aver percepito compensi inferiori al solito: “Mi si prospettava una sfida, un personaggio incredibile e quindi anche questo valeva più di ogni altro compenso. Oltre naturalmente all’argomento del film, visto che il caso Orlandi mi accompagna sin dall’infanzia. E credo sia un film necessario”, dice Greta Scarano, impegnata a vestire i panni della Minardi sia bellissima venticinquenne che decadente cinquantenne: “E’ stato come interpretare due personaggi, due persone completamente diverse. Una donna che prima aveva una genuina incoscienza, lasciandosi travolgere dall’ambizione di De Pedis, poi si è persa e poi ha voluto fare i conti con se stessa, cercando di riscattare il suo passato”.

Portato sullo schermo ormai numerose volte (da I banchieri di Dio – Il caso Calvi di Ferrara a Fatti della Banda della Magliana di Costantini, fino naturalmente a Romanzo criminale di Placido e all’omonima serie tv di Sollima), il personaggio di De Pedis “doveva emergere sotto due punti di vista, quello del rapporto con la Minardi per far vedere che tipo di tenore di vita avessero e, soprattutto, quello dei rapporti che l’uomo aveva con i più alti luoghi di potere, tra cardinali, politici, banchieri, uomini d’affari, giornalisti”, spiega Riccardo Scamarcio, sin dall’inizio convinto che “Faenza volesse assumersi il rischio di affrontare un argomento simile, quello della sparizione di Emanuela Orlandi, con il massimo della serietà e del coraggio”.

Riccardo Scamarcio è Renatino De Pedis in La verità sta in cielo

Dote, quest’ultima, che non è mancata alla giornalista Raffaella Notariale, interpretata da Valentina Lodovini: “E’ una donna, una giornalista a cui sono grata, come lo sono con tutti i giornalisti d’indagine che non si arrendono. Deve essere riaperto il processo, sono passati 33 anni e sono troppi. Tutto si può dire, tranne che la verità sia in cielo…”.

Personaggi inventati, infine, la giornalista interpretata da Maya Sansa e il suo capo interpretato da Shel Shapiro: “La verità credo sia in terra, però è di difficile accesso. E questa è una cosa difficile da accettare. Spero davvero il caso venga riaperto”, dice l’attrice, con Shapiro che aggiunge: “Il film vuole tirare fuori la verità, in un paese che sembra sempre fermarsi un passo prima che questo possa accadere. E spero che possa aiutare a riaprire l’archiviazione”.

Valerio Sammarco