“No ai documentari a titolo gratuito in Rai”

Una lettera aperta delle associazioni di cinema indipendente e dei 100 autori denuncia la pretesa del primo canale pubblico di non pagare le messe in onda.

Una lettera aperta redatta dai Documentaristi Anonimi, Associazione Documentaristi Toscani, Doc/It, Associazione nazionale Documentaristi e Associazione 100 autori, denuncia una pratica diffusa della nostra televisione pubblica di non pagare i diritti dei documentari italiani per la loro messa in onda. La lettera, riportata su “Cinemaitaliano.info”, è un chiaro atto d’accusa nei confronti del Tg1: “Appena un anno fa il TG1 con la sua redazione Speciali, annunciava pubblicamente la volontà di rilanciare il documentario italiano. Ci risultà però che lo Speciale TG1, in più di un’occasione, abbia chiesto (e a volte ottenuto) da produttori e autori italiani la messa in onda dei loro film a titolo gratuito, per non meglio precisate ristrettezze di budget. Cosa che nessun broadcaster pubblico europeo si sognerebbe mai di proporre. In perfetta buona fede si considera accettabile chiedere la gratuità dei contenuti. In buona fede si propone in compenso un “parterre di visibilità”…e in buona fede non ci si rende conto come questa offerta sia scorretta. Scorretta perché nega il valore di quello che si vuole mettere in onda e del lungo e faticoso lavoro che c’è dietro (qualcuno ha detto recentemente che in Italia la rivoluzione sarebbe dare il giusto valore al lavoro ben fatto). Ed è innegabile che, anche se non alto, la RAI ottiene dal film documentario un ritorno di share e dunque di ricavi”. La lettera si chiude poi con una definitiva nota di amarezza: “Del resto il contratto di servizio pubblico prevederebbe l’impegno della RAI a dedicare alla produzione documentaria il 4% del suo budget (dunque una cifra considerevole, in grado di stimolare la vitalità del cinema documentario, così come accade negli altri paesi europei). Ma evidentemente l’Italia non fa parte dell’Europa”.