Pannofino pretore “marcio” nel film di Giulio Base

Base adatta un romanzo di Piero Chiara per raccontare una storia attuale di potere e abuso. Le interviste al regista e al protagonista Francesco Pannofino
Intervista a Giulio Base a cura di Emanuele Rauco
Intervista a Francesco Pannofino a cura di Emanuele Rauco

Il pretore di Cuvio era l’unico romanzo di Piero Chiara non adattato dallo schermo. Almeno fino a ora: Il pretore, diretto da Giulio Base, è il film che rompe il sortilegio di un romanzo “troppo cinematografico” (come disse l’editor di Mondadori Vittorio Sereni), che lo stesso Chiara voleva dirigere e che non aveva mai trovato la compiuta forma in sceneggiatura. Il film, presentato oggi alla stampa a Roma, racconta di un viscido pretore del Nord Italia, ai tempi del fascismo, che vive con una moglie infelice e nel frattempo sfrutta il suo potere per fini personali, politici, economici o sessuali. Tutto cambia con l’arrivo di un giovane avvocato che gli farà da assistente.
Una lavorazione di 4 anni, da quando l’attrice Sarah Maestri ha cominciato a trattare per ottenere i diritti del romanzo e passata per vari cambi di regia, fino a che Giulio Base – appassionato conoscitore dell’opera dello scrittore lombardo e al ritorno al cinema dopo decenni di tv – non ha accettato l’offerta della produzione. “E’ un film che racconta le bassezze morali e politiche della società italiana – ha dichiarato Base – guardando all’oggi anche se è ambientato negli anni ’20; ho cercato di restare più fedele possibile al libro e a quell’equilibrio tra farsa e dramma che Chiara portò ad alte vette”. Protagonista del film è Pannofino, istrione e satiro del film, per cui raccontare un personaggio marcio è stato un invito a nozze: “Mi trovo molto più a mio agio nel raccontare le bassezze dell’essere umano, è più interessante come attore, ma è anche più interessante per il pubblico riflettere su ciò che si racconta”.

EMANUELE RAUCO