Piccola patria, il profondo Veneto di Rossetto

Nella sezione Orizzonti della Mostra del cinema, il film di Alessandro Rossetto racconta integrazione e declino nel Veneto e nel Nord-Est un tempo floridi.
Intervista a Lucia Mascino a cura di Emanuele Rauco
Intervista ad Alessandro Rossetto a cura di Emanuele Rauco

Quello che un tempo era il motore produttivo e industriale d’Italia ora è ridotto a un grum di contraddizioni, scontri, depressioni. Il Veneto che racconta Alessandro Rossetto in Piccola patria è più simile a una periferia degradata che a un luogo residenziale e il regista, che presenta il film nella sezione Orizzonti della 70^ Mostra del Cinema di Venezia, lo ritrae come luogo di malessere. Il film racconta le vite di due ragazze, amiche intime, di un ragazzo albanese che s’innamora di una di loro e di un ricatto a sfondo sessuale che coinvolgerà la comunità locale molto più del previsto.

Dramma sociale, sguardo documentaristico ed echi di tragedia classica, in un film che segue costantemente con la macchina a mano i propri personaggi, soprattutto le attrici, da Maria Roveran a Lucia Mascino, per indagare sulle difficoltà d’integrazione di un luogo che fatica sempre più ad accettare e comprendere i cambiamenti, saldo nelle proprie radici, ma incapace di crescere. Un lavoro che va a fondo nella ricerca sulla lingua e il suono, anche musiscale, del Veneto, fino a svelarne il cuore quasi nero e che, come racconta Rossetto, trasmette il senso del cinema americano noir, quello delle provincia più profonde, in un contesto del tutto nostrano.

EMANUELE RAUCO