Gay, lesbiche e minatori insieme contro il sistema in “Pride”

Dopo la calorosa accoglienza ottenuta in Gran Bretagna e all'ultimo Festival di Cannes, arriva nelle sale italiane una bella storia di solidarietà. Intervista allo sceneggiatore e a due dei protagonisti
Intervista a George Mackay e Andrew Scott a cura di Marilena Vinci
Intervista allo sceneggiatore Stephen Beresford a cura di Marilena Vinci

Minatori inglesi in lotta per i loro diritti e una comunità gay e lesbica che decide di supportare economicamente e non solo il loro sciopero, il più lungo nella storia della Gran Bretagna. E’ la storia, vera, raccontata da Pride, film che arriva nelle sale italiane dopo il clamoroso successo di pubblico e critica in patria e la trionfale accoglienza all’ultimo Festival di Cannes, dove è stato presentato alla Quinzaine des Réalisateurs.

1984. In Gran Bretagna la politica di lacrime e sangue imposta dall’allora primo ministro Margaret Thatcher prevede lo smantellamento di venti siti estrattivi e la perdita di numerosi posti di lavoro. I minatori di tutto il paese organizzano quindi uno sciopero che dura quasi un anno. La situazione è particolarmente grave a Onllwyn, villaggio del Galles che vive grazie all’estrazione del carbone: le cariche della polizia, gli arresti e la povertà rischiano di piegare la volontà dei minatori e delle loro famiglie, dandola vinta alla Thatcher. E’ allora che un gruppo di giovani londinesi, riuniti nella sigla LGSM (Lesbians and Gays Support the Miners), interviene offrendo sostegno morale e supporto materiale. Ma non tutti sono disposti a superare il pregiudizio…
Quel gruppo di omosessuali riuscì a raccogliere e a donare 20mila sterline agli scioperanti ridotti alla fame, dando vita ad una bella storia di solidarietà che fu anche uno dei primi passi verso il riconoscimento dei diritti della comunità LGBT da parte del Governo e delle Federazioni sindacali (in cui tra le più forti era proprio quella dei minatori).

Interpretato da un ottimo cast che unisce attori di grande esperienza come Bill Nighy e Imelda Staunton a giovani talentuosi come George Mackay, Andrew Scott (già visto nella serie tv Sherlock Holmes) e Joseph Gilgun, il film è stato scritto da Stephen Beresford (al suo esordio cinematografico) e diretto Matthew Warchus, entrambi provenienti dall’ambiente teatrale.

“Spero che un film come questo faccia nascere nei più giovani la voglia di tornare in strada a incontrare gli altri. – dice Beresford – Oggi non abbiamo più una signora Thatcher contro cui lottare, non sappiamo nemmeno contro chi prendercela. La classe politica è sparita, i marcati e le banche sono invece invisibili. Viviamo le nostre esistenze virtuali in totale isolamento. Su internet si possono fare diverse battaglie, è vero, ma non si possono incontrare vere persone. E sono queste il seme delle comunità”.

Pride è al cinema dall’11 dicembre distribuito da Teodora Film.