“Ritratti abusivi” della periferia napoletana

In Prospettive Italia. Romano Montesarchio nel surreale Parco Saraceno a Castel Volturno tra miseria, degrado, sogni di un'imponente umanità
Intervista a Romano Montesarchio a cura di Giovanna Barreca

Cancro da estirpare, abusivi senza diritti, covo della piccola criminalità: sono queste le varie definizioni date dalle autorità e dalla stampa per definire la comunità abusiva che abita nel Parco Saraceno, all’interno del Villaggio Coppola a Castel Volturno tra Napoli e Caserta. Fino agli anni ’90 qui vivevano i militari americani della Nato operanti a Napoli anche perchè la zona si affaccia sul mare e, come ricorda un Antonio Bassolino del 2003 durante un sopralluogo, “siamo a due passi dalle località rinomate in tutto il mondo come Ischia e Capri”.

Il regista Romano Montesarchio con Ritratti abusivi, presentato in Prospettive Italia al Festival Internazionale del film di Roma, realizza un ritratto corale e grottesto di alcuni abitanti di un luogo che da oltre 10 anni aspetta di essere trasformato in un quartiere residenziale, ma nel frattempo è abitato da oltre 60 famiglie (soprattutto di italiani) che occupano diverse palazzine senza avere un regolare contratto neppure per i servizi essenziali come l’erogazione dell’acqua e della luce.

L’autore mostra la vitalità del luogo dove nessuno lavora (una delle protagoniste afferma: “Ci manca la fatica, il lavoro”), i ragazzi non vanno a scuola e si vive con e di nulla ma con una felicità difficilmente rintracciabile nelle nostre città. Per tutto il film vengono mostrati soprattutto campi medi per entrare meglio nei dettagli del luogo: ne vediamo i buchi nei muri, gli intonaci mancanti, il degrado delle strade, gli interni decorosi e quelli più degradati. Il tutto rapportato direttamente con i volti dei personaggi ai quali è lasciato il compito di esporre la situazione dal di dentro. E dalle poche battute e soprattutto da quanto i loro volti esprimono, capiamo la loro indole. Tale cifra stilistica si è rivelata quella giusta per entrare in una realtà così difficile con il necessario calore e con uno sguardo che riesce a non essere mai paternalistico o voyeristico.

Il film è stato inizialmente prodotto dall’indipendente Figli del Bronx di Gaetano Di Vaio e poi è subentrata anche Rai Cinema che ci auguriamo aiuterà anche la distribuzione in sala.