Scimeca: l’Africa pensando alla Sicilia di Visconti #TFF35

Balon di Pasquale Scimeca vince il premio "Gli occhiali di Gandhi" per il suo sguardo complementare su un tema cruciale che nessun cittadino europeo può più ignorare. La nostra intervista, in esclusiva, al regista. Il film in Festa Mobile e nelle sale da febbraio 2018.
Intervista a Pasquale Scimeca a cura di Giovanna Barreca

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La motivazione del premio “Gli occhi di Gandhi” ex aequo a Talien di Elia Mouatamid e Balon di Pasquale Scimeca recita: “Il viaggio forzato, in fuga dall’Africa, e quello volontario del ritorno in Marocco, ci restituiscono uno sguardo complementare su un tema cruciale che nessun europeo può più ignorare. Persone, affetti, storie rese con drammaticità e leggerezza laddove troppo spesso incontriamo solo numeri e stereotipi”. Un premio dato al Torino Film Festival a due opere che vogliono raccontare la nostra contemporaneità di uomini e donne in transito”.
Balon, nello specifico, inizia dal racconto – dal tratto documentaristico – della vita in un piccolo villaggio africano in Sierra Leone dove non arriva la corrente elettrica o l’acqua nelle case, dove si mangia una volta al giorno una ciotola di riso e i bambini frequentano una piccola scuola e giocano con un pallone, in una sorta di campo di calcio improvvisato. Una vita semplice, tragicamente interrotta dall’assalto di una milizia che uccide tutti. Sopravvivono solo un nonno e i suoi due nipoti. L’uomo spinge Amin, 10 anni e la sorella Isokè di 15 ad andare verso la Svezia, con l’idea che sia una terra a nord ma non così lontana. “Seguite il sole quando sorge: quello è est e poi quando tramonta: quello è ovest. Andate dritto oltre il fiume: quella è la strada per il Nord …”.
I due ragazzi iniziano il lungo, pericolosissimo viaggio attraverso il deserto, fino alla Libia dove vengono imprigionati e costretti a lavorare e poi, finalmente liberi, raggiungono uno dei barconi che dovrebbe portare in Europa. Attraversano il mare che per i migranti è come il deserto ma solo di un altro colore. E qui, come precisa il regista, si conclude il film perchè: “Da qui inizia il dramma che condividiamo tutti insieme. Cosa succede dopo? Perchè proviamo paura nei confronti di questi uomini, donne e bambini che arrivano sulle nostre coste? Perchè qualcuno continua ad alimentarla? Il film per me ha un valore se ogni spettatore, guardando i bambini protagonisti negli occhi, si ponesse questa domanda e cercasse la risposta nella sua anima”.

Il film è stato girato interamente in Africa perchè, come ci racconta anche nella nostra intervista il regista, il desiderio era di conoscere davvero la realtà dei ragazzi che cercano in tutti i modi di raggiungere le coste dell’Europa.
“Ero curioso di capire perchè rischiare la vita in un viaggio tanto terrificante e volevo scoprire tutto ciò che spesso neppure i migranti desiderano raccontare” continua Scimeca, supportato nell’operazione dai Missionari Padri Giuseppini del Murialdo che operano in Sierra Leone e nel villaggio di Rockain Mende dove si vive in simbiosi assoluta con la natura.
Come per Rosso Malpelo, anche per Balon il desiderio di produttori, regista e di tutto il gruppo di lavoro è che l’arte ritorni alla realtà per cambiare qualcosa e quindi tutti i proventi del film, in sala da febbraio 2018, verranno utilizzti per tornare in Sierra Leone, aprire una vera scuola, costruire un pozzo, un presidio sanitario per curare la malaria e portare un campo sportivo con palloni e divise per far giocare i bambini che sono la maggioranza della popolazione.
Nella nostra intervista scoprirete perchè Pasquale Scimeca parla di approccio viscontiniano, di preservare l’innocenza negli occhi dei piccoli protagonisti e molto altro.

giovanna barreca