Sorrentino entusiasma Cannes 2015, meno la stampa italiana

Youth di Paolo Sorrentino entusiasma il pubblico, un po' meno la critica, ma esordisce molto bene al box office. L'intervista al regista dalla Croisette
Intervista a Paolo Sorrentino di Emanuele Rauco

youth1.jpgCannes, 21 maggio 2015 – 17 minuti di applausi alla proiezione ufficiale. E’ questo il risultato per Youth, nuovo attesissimo film di Paolo Sorrentino che è stato presentato in concorso al 68° festival di Cannes, che alla proiezione stampa era stato accolto da un forte applauso ma anche più di un fischio, di provenienza soprattutto italiana: produzione internazionale con cast da urlo (Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano e Jane Fonda), Youth racconta il rapporto tra un direttore d’orchestra ottantenne in pensione che non vuole assolutamente tornare a dirigere, nonostante glielo chieda la regina d’Inghilterra, e un regista coetaneo che invece vuole dedicarsi anima e corpo al suo nuovo film; sullo sfondo di un albergo in Svizzera, con vari personaggi intorno a loro, cercheranno di capire meglio il loro presente per guardare al futuro nonostante tutto.
Molto più semplice, diretto e lieve rispetto a La grande bellezza, Youth è una commedia drammatica che pone questioni fondamentali ed esistenziali attraverso il gioco del cinema, dei rimandi artistici e popolari, del gusto fotografico e musicale, confermando i molti pregi e i difetti del cinema di Sorrentino, che ha dichiarato di voler tornare con i piedi per terra rispetto all’affresco del film precedente andando in profondità di questioni intime, forse personali, senza rinunciare al suo tocco cinematografico: “Volevo parlare di temi forti in modo semplice, immediato – ha dichiarato il regista -, magari lasciando anche qualche sorriso. Non credo di essere adatto al dramma”. Scelte vincenti anche al botteghino, visto che uscito anche in sala, il film ha incassato 190 mila euro nel primo giorno di programmazione. Se poi vincesse anche un premio (Palma a Caine?) sarebbe davvero un colpo riuscito, dopo l’Oscar.

EMANUELE RAUCO