“Still Life”, il film di Pasolini riscalda il Lido

Uberto Pasolini commuove ed emoziona la mostra con Still Life, piccolo dramma ironico presentato nella sezione Orizzonti.
Intervista a Uberto Pasolini a cura di Emanuele Rauco

Una delle sorprese più acclamate di questa 70^ Mostra del cinema di Venezia batte bandiera inglese e cuore italiano. E’ Still Life, il nuovo film di Uberto Pasolini – già produttore di Full Monty – presente nella sezione Orizzonti, la storia minima eppure universale di un impiegato londinese (un bravissimo Eddie Marsan) il cui compito è quello di cercare parenti e aici delle persone morte in solitudine e di organizzare loro le esequie. La morte di un vicino di casa e di sua figlia e il suo licenziamento porteranno un cambiamento radicale nella sua meticolosa routine.

Pasolini, da 35 anni cittadino britannico, che produce e dirige in Inghilterra ma che continua ad affermare la sua italianità, racconta la solitudine e il rapporto con gli altri ispirandosi alla sua nuova vita da divorziato e al proprio sofferto rapporto con l’essere solo. Nonostante i temi delicati, tra il tabù dela morte e la mestizia della solitudine, Still Life vuole ritrarre un personaggio curioso e distante con colore, aiutandosi con un stile che tempera il realismo con le forme del cinema di Ozu e Kaurismaki. E Pasolini ha conquistato tutti, stando alle reazioni del pubblico e della critica, che ha eletto il film uno dei colpi di fulmine della mostra.

EMANUELE RAUCO