Renner, il nuovo Bourne

In occasione del tour promozionale per Bourne Legacy, abbiamo visto le prime 6 scene e intervistato il protagonista del film Jeremy Renner, l'attore Edward Norton e il regista Tony Gilroy.
Intervista a Jeremy Renner
Intervista a Edward Norton
Intervista a Tony Gilroy

Nell’ambito del tour promozionale di The Bourne Legacy, 4° film della serie legata ai romanzi di Robert Ludlum, che porterà a Roma il 16 luglio il regista Tony Gilroy e i due protagonisti, Jeremy Renner – nuova spia dopo Matt Damon – ed Edward NortonUniversal Pictures ha mostrato alla stampa 6 scene in anteprima (più il trailer in italiano) di questo nuovo capitolo. Il sentore che si prova è di assistere quasi uno spin-off della saga originale, che si concentra stavolta sulla storia di un’altra delle spie che subirono il “trattamento Bourne“.
La trama vede ovviamente i servizi segreti dare la caccia all’agente ribelle Aaron Cross (Renner), mentre uccide tutti gli scienziati coinvolti nel progetto: l’unica a salvarsi sarà una dottoressa interpretata da Rachel Weisz, che può aiutarlo a scoprire i segreti che lo riguardano. Dopo aver scritto la sceneggiatura dei primi tre capitoli, Gilroy passa alla regia, succedendo a Liman e Greengrass. Se dal trailer sembra intuirsi una gran confusione narrativa, va detto però che si apprezzano anche splendidi stunt.

Le 6 scene presentate, concorrono a fare un po’ di chiarezza riguardo alla trama, perlomeno negli snodi principali e si chiarifica ad esempio il rapporto di vecchia data tra Cross e Ric Byer (Norton), così come il concetto di “mangiapeccati”, ossia quella frangia dei servizi segreti moralmente indifendibile ma per il bene della patria, e quello crescente tra la spia e la dottoressa. Quello che conta in questo nuovo episodio del franchise è il paragone tra Renner e Matt Damon – in previsione di un possibile 5° film della serie, in cui i due potrebbero incontrarsi – e la qualità delle scene d’azione: l’attore lanciato da The Hurt Locker di Bigelow pare del tutto adeguato sia nell’azione sia nella recitazione, ma le scene più movimentate lasciano un po’ perplessi.
Da ciò che si è potuto vedere, la qualità sopraffina degli stunt e delle coreografie viene un po’ inficiata dal solito montaggio isterico che confonde lo sguardo e impedisce il gusto dell’avventura: questo si evidenzia più nel combattimento a mani nude che nell’ottimo inseguimento motociclistico a Manila – non c’è spy story se non c’è giro per il mondo – che ricorda da vicino una sequenza simile in 007 – Il domani non muore mai. Per avere un’idea più completa c’è da aspettare il 14 settembre, data d’uscita del film, nel frattempo il rimpianto per Greengrass è dietro l’angolo.