“The Zero Theorem” di Gilliam divide la critica

Presentato in concorso a Venezia 70 il nuovo visionario film del regista americano che ha per protagonisti un'irriconoscibile Christoph Waltz e Melanie Thierry

Tra i film più attesi alla 70 Mostra d’arte cinematografia di Venezia, The Zero Theorem di Terry Gilliam divide la critica tra chi plaude comunque il ritorno di un regista originale e vitale e chi è  invece rimasto deluso da questo suo ultimo lavoro.

Il film, che ha per protagonisti Christoph Waltz (quasi irriconoscibile), Melanie Thierry, Matt Damon e Tilda Swinton, racconta la storia di un eccentrico e solitario genio del computer che lavora ad un progetto volto a scoprire il fine dell’esperienza umana. Tra personaggi surreali, divertenti e bizzarri (come spesso nella cinematografia di Gilliam) l’uomo inizia un viaggio emotivo che lo porterà alla scoperta dell’amore e del desiderio.

Arrivato al Lido di Venezia, dove presenta il film in concorso, Gilliam parla della tecnologia come la nuova fede, non a caso, spiega, “la casa del protagonista, che vive isolato con il suo computer, è una chiesa. Oggi abbiamo accesso a tutto, ma viviamo separati l’uno dall’altro”.
Gilliam sconfessa che The Zero Theorem sia il finale capitolo di una trilogia iniziata con Brazil e proseguita con L’esercito delle 12 scimmie, ma osserva come ”il futuro di Brazil, realizzato nel 1984, è divenuto realtà” e chiede al pubblico: ”Aiutatemi a capire che sto facendo”. ”Non mi considero ne’ un nerd ne’ un geek, eppure cosi’ va il mondo, tra relazioni virtuali e persone nascoste dietro alias: siamo sedotti e catturati dal pc, e proprio i giovani che si consumano con Internet capiranno al volo questo film”.

Anche se ambientato a Londra, il film è stato girato con un basso budget e a Bucarest perché, spiega il regista americano, “costa meno che a Londra e in Italia. Abbiamo preso in un mercato cinese i tessuti per i costumi, di bassa qualità, tanto che Damon sudava come un maiale! A Bucarest non c’è sicurezza, ma libertà ed energia: da noi non è più così, perché ci sono i ministeri che si occupano di sicurezza…”, ironizza Gilliam.