Tim Roth e la morte assistita in concorso a Cannes 2015

Chronic di Michel Franco porta Roth a confronto con la malattia terminale. Accoglienza deludente in concorso a Cannes

chronic3.jpgCannes, 22 maggio 2015 – Ultimo aggiunto del concorso al 68° Festival di Cannes, Chronic del regista messicano Michel Franco è stato uno dei film peggio accolti dalla stampa, con pochissimi freddi applausi, qualche fischio e un’aria di disinteresse. Brutto segno per un film che invece avrebbe voluto scuotere la platea: la trama infatti vede protagonista un infermiere (Tim Roth) esperto nel sostegno dei malati terminali, con alle spalle anche la morte del figlio per malattia che lo ha portato lontano dalla famiglia. Il suo lavoro lo porta di fronte a casi sempre più disperati e difficili, che lo porteranno anche a dover scegliere se praticare di nuovo l’eutanasia.
Quarto lungometraggio per Franco, primo in lingua inglese, il film segue in modo freddo e lucido il lavoro difficile e a tratti insostenibile di un uomo appassionato, tanto da sembrare sinistro a tratti nel compiere il proprio dovere, raccontando come la vicinanza alla fine possa generare un distacco dalla vita doloroso. Sostanzialmente però, nonostante il modo in cui il lavoro del protagonista è raccontato, la pietas che lo genera, il film non riesce purtroppo a sapere cosa dire, cosa raccontare e come farlo, perdendosi tra uno stile che guardando Haneke si perde in rivoli convenzionali che sfociano in un finale a effetto che non serve a nulla. E che non crediamo aiuterà a riproporre un dibattito sull’eutanasia, anzi.

EMANUELE RAUCO