Tomas Milian commuove il pubblico e saluta Roma #RomaFF9

Milian, dopo aver ricevuto il Marc'Aurelio Acting Award ha incontrato un pubblico caldo ed emozionato, raccontando la sua vita e le sue emozioni

Era un po’ di tempo che Tomas Milian non tornava a Roma e quando lo ha fatto, Roma lo ha accolta con tutto il calore possibile. Il grande attore cubano reso popolare in Italia dai poliziotteschi degli anni ’70 e dal ruolo di Er Monnezza, è stato celebrato dal Festival del Film di Roma con un doppio onore: il Marc’Aurelio Acting Award consegnatogli da Sergio Castellitto durante la cerimonia di apertura del festival e un incontro aperto al pubblico per abbracciare un vero beniamino, che ha passato tutto il tempo a piangere e a raccontarsi, più che come attore, come uomo dalla vita difficile e stimolante.
Dall’infanzia cubana con un padre violento e una madre assente alla scoperta dell’arte e del cinema con La valle dell’Eden di Elia Kazan, fino all’arrivo in Italia e a Roma, luogo che lo ha fatto esplodere come attore e lo ha reso, filtrato dalla voce e dalle parole di Ferruccio Amendola, icona della capitale al cinema. A 81 anni, diabetico (“Non mi reggo quasi in piedi”, confessa), Milian non riesce a trattenere le emozioni e la voglia di raccontarle e piangere: “Non sono un piagnone, ma quando parlo d’amore piango”. E Roma la ama riamato, come dimostrano le standing ovation che tra una lacrima e una risata hanno costellato l’incontro e che lo proiettano, nelle sue parole, al Verano, luogo nel quale vorrebbe essere seppellito accanto a Bombolo. “Un bambino come me”.

EMANUELE RAUCO