Ultimo tango, quarant’anni dopo

Nel '72 condannò il film di Bertolucci per "esasperato pansessualismo fine a se stesso" e oggi il giudice Niccolò Amato confessa di non considerarlo scandoloso.

I tempi cambiano. Così almeno si dice. Sembra averne preso atto anche il giudice Niccolò Amato, ex PM della Procura di Roma che nel ’72 censurò Ultimo tango a Parigi e ora afferma che oggi non lo considererebbe scandaloso. ”Non mi sognerei di ripetere quel provvedimento. Se c’è un concetto accolto nel sistema giuridico, che varia di epoca in epoca, è il concetto di pudore: 40 anni fa Ultimo tango a Parigi era un film che poteva colpire. La lesione della norma mi sembrava esigesse quel provvedimento”. Queste le parole di Amato, rilasciate ad Adnkronos. Quarant’anni fa l’accusa fu di “esasperato pansessualismo fine a se stesso”. Ma, “alla luce degli scandali di oggi, quelli di allora assumono un aspetto patetico”, conclude Amato.