Venezia 71: Willem Defoe fa rivivere Pasolini per Abel Ferrara

Presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, "Pasolini", racconto poetico delle ultime 24 ore di vita di Piepaolo Pasolini diretto da Abel Ferrara
Intervista a Willem Defoe a cura di Marilena Vinci
Intervista a Ninetto Davoli e Riccardo Scamarcio a cura di Marilena Vinci

Venezia, 4 settembre 2014 – Il mio film è un omaggio a Pierpaolo Pasolini, così Abel Ferrara presenta il suo Pasolini, passato oggi in concorso alla 71° Mostra del cinema di Venezia. A dar volto al grande scrittore, regista e poeta italiano è un impressiontemente somigliante Willem Defoe. Ferrara racconta l’ultimo giorno di vita di Pasolini prima della sua morte, avvenuta con un assassinio nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975. Nel film ci sono uno spezzone di Salò o le 120 giornate di Sodoma, la ricostruzione di due interviste (una rilasciata in Francia e l’ultima a Furio Colombo per il quotidiano La Stampa) e poi la cosa più rischiosa del film: la messa in scena di una parte di Porno-Teo Kolossal, il film che Pasolini avrebbe dovuto girare con protagonisti Eduardo De Filippo e Ninetto Davoli. Ad interpretare il personaggio che avrebbe dovuto essere di De Filippo è Davoli, mentre Riccardo Scamarcio è nel ruolo che avrebbe dovuto essere di Davoli. Nel cast anche Valerio Mastandrea, Adriana Asti, Maria De Medeiros e Roberto Zibbetti. La versione originale del film è curiosamente recitata in parte in inglese, in parte in italiano e e dialetto romano. Una scelta che, secondo lo sceneggiatore Maurizio Braucci, non inficia l’opera: “Abbiamo lavorato a quello che succedeva nella mente di un poeta prima di morire – ha detto -, abbiamo sperimentato in termini di lingua, restando fedeli agli scritti di Pasolini, Petrolio, Porno Teo Kolossal, di cui abbiamo trovato le migliori traduzioni in inglese. Nella versione italiana, useremo le opere originali”. La versione italiana sarà doppiata da Fabrizio Gifuni. “Io sono cresciuto guardando i film di Pasolini e lui è cresciuto senza guardare i miei. – così Ferrara spiega la voglia di raccontare il regista, scrittore, critico e poeta  – Sono un buddista che tende a meditare sui propri maestri. Ho sentito molto il suo lavoro e mi sono permesso di avvicinarmi a lui”. “Ho letto moltissimo i suoi libri e studiato le sue teorie, ma quando incontri le persone che lo hanno conosciuto e hanno lavorato con lui, è tutto diverso. Più bello. – dice il regista statunitense di origine italiana – Capisci quanto era amato e come era gentile anche con i più umili. Sul set poi era tutto quello che io avrei voluto essere”. Nel film è mostrato anche l’omicidio di Pasolini, compiuto ad opera di Pelosi ed un gruppo di omofobi, che non lascia spazio a teorie complottische o alla colpevoleza del solo Pelosi. Sulla mancata presa di posizione rispetto alla fine di Pasolini all’Idroscalo, Ferrara è molto chiaro: “Per citare Pier Paolo, la morte di ciascuno riflette la propria vita e siamo partiti da questa idea. Quello che davvero è successo quella notte non mi interessa affatto. Pasolini è morto. E questo è tutto. E poi – ribadisce – che significa quello che è successo è del tutto normale. Potrebbe capitare domani stesso a un uomo che gira in una bella auto a New York e rimorchia un giovane dominicano di Brooklyn”. Pasolini sarà al cinema dal 25 settembre distribuito da EuroPictures. MARILENA VINCI