Weekend di lutti, muoiono Francesco Rosi e Anita Ekberg

Nell'arco di un giorno scompaiono il grande regista Rosi, maestro del cinema d'impegno, e Anita Ekberg, l'icona della Dolce vita.

E’ stato un weekend doloroso quello appena trascorso per il cinema mondiale: a un giorno di distanza muoiono due stelle del cinema di casa nostra come il regista Francesco Rosi e l’attrice Anita Ekberg. Rosi se n’è andato sabato all’età di 92 anni, a Roma, dopo una carriera straordinaria che ha segnato il cinema italiano degli anni ’60 e ’70, rendendo grande quella corrente definita cinema civile che raccontava l’Italia mescolando la narrazione popolare al giornalismo e all’inchiesta. Un percorso cinematografico che dall’Italia ha girato il mondo grazie alla forza dei suoi film da Salvatore Giuliano (Orso d’argento nel ’62) a Le mani sulla città (Leone d’oro nel ’63), da Il caso Mattei (Palma d’oro nel ’72) a Tre fratelli (candidato all’Oscar nel ’81). Il suo necrologio chiedeva non fiori, ma solidarietà agli immigrati.
Ekberg, o Anitona come la chiamava Federico Fellini, è invece morta ieri, a 83 anni a Rocca di Papa: per tutti era la Sylvia che entrando nella Fontana di Trevi in La dolce vita aveva acceso l’immaginario maschile di tutto il mondo. Ma l’attrice svedese, trasferitasi in Italia da molto tempo, era una musa non solo per Fellini – che la diresse anche in Boccaccio ’70, I clowns e Intervista – ma anche una donna capace di giocare con il proprio giunonico fascino, che prima di approdare in Italia e al cinema italiano si era fatta notare da Hollywood vincendo anche un Golden Globe come miglior attrice emergente nel ’56. Da tempo era ricoverata in una clinica vicino Roma, dimenticata dai familiari. Non dai suoi fan e da chi ha amato la dolce vita del cinema italiano.

EMANUELE RAUCO