Immaturi – Il viaggio

03/01/12 - Paolo Genovese dirige il seguito del suo film dell'anno scorso: stessi attori - da Raoul Bova a Ricky Memphis - ma i personaggi non ci sono più.

Ascolta le interviste di RADIOCINEMA a:

  • il regista Paolo Genovese e gli attori Raoul Bova e Ricky Memphis
  • gli attori Ambra Angiolini, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu
  • le attrici Barbora Bobulova, Luisa Ranieri e Anita Caprioli
  • Se un film ha funzionato tanto da incassare più di 16 milioni di euro e da metterne in cantiere un seguito a tempi quasi da record, si presuppone che ci sia qualcosa nella sua formula che funziona molto bene. E allora viene da chiedersi, dopo aver visto Immaturi – Il viaggio, diretto come il precedente da Paolo Genovese, perché quegli elementi siano stati messi da parte: voglia di rischiare tentando strade nuove? O semplicemente poca cura nel progetto? Il film parte poco dopo la fine del precedente, con il gruppo di amici e rispettivi compagni pronti a effettuare il viaggio della maturità che non hanno mai fatto, a Paros, in Grecia; avere 40 anni però è naturalmente ben diverso che averne 20. Scritto come il primo dallo stesso regista, Immaturi – Il viaggio passa dalla commedia corale sulla maturità difficile da raggiungere che caratterizzava il primo episodio a una commediola turistica imperniata sulle corna.

    Infatti, la riflessione sulla voglia di regressione ed evasione della generazione dei 40 diventa una blanda farsa su tradimenti e sensi di colpa, equivoci e scappatelle che travisa completamente lo spirito del primo film, facendo mancare quasi del tutto il senso, l’alchimia: a Genovese pertanto basta inquadrare dei bei posti fotografati con gusto cartolinesco (da Fabrizio Lucci), fare un po’ di gag a base di parolacce e storpiature linguistiche recuperando un modello di comicità stentata in netto contrasto con il primo film e cadere nel sessismo per assolvere le colpe dei maschietti (le donne emancipate in realtà sono solo acide di facili costumi che non hanno un uomo). Non è quindi più questione di personaggi (im)maturi, ma solamente della loro simpatia; e la ripetitiva sceneggiatura li rende quasi tutti superficiali o insopportabili, a eccezione del rapporto tra Eleonora e Virgilio (interpretati da Anita Caprioli e Paolo Kessisoglu), l’unica linea narrativa interessante in una sceneggiatura rabberciata, senza contesto né costruzione, scritta in poco tempo e senza cura. Si salva solo il mestiere registico di Genovese che però non riesce a non sprecare un cast ricchissimo che da Raoul Bova a Ricky Memphis passando per Ambra Angiolini, Luca e Paolo e Barbora Bobulova è abbandonato a gag e situazioni davvero povere (fanno eccezione le buone performance di Anita Caprioli e della rivelazione Francesca Valtorta). Un prodotto quindi deludente e molto dimenticabile, ma anche un’operazione che persino dal punto di vista commerciale pone qualche dubbio: come si può vendere un seguito in cui tutti gli elementi del primo film sono dimenticati o calpestati? Al pubblico la sentenza.

    EMANUELE RAUCO

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