L’inganno di Lance Armstrong fuori concorso al Lido

Alla 70^ Mostra del Cinema di Venezia, il premio Oscar Alex Gibney racconta la verità e le bugie del grande ciclista americano Lance Armstrong.
Intervista ad Alex Gibney a cura di Emanuele Rauco

E’ stato uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, Lance Armstrong, finché l’ombra del doping non lo ha travolto. In The Armstrong Lie, presentato fuori concorso alla 70^ Mostra del Cinema, il regista premio Oscar (Taxi to the Dark Side) Alex Gibney racconta le bugie che hanno costellato negli anni la carriera e le vittorie del campione americano, per 7 volte trionfatore del Tour de France, affrontandolo faccia a faccia. Il film parte nel 2009, quando il regista progetta un documentario sul rientro del campione dopo 4 anni di riposo alla caccia dell’8° Tour, ma si troverà invece ad affrontarne la caduta.

Gibney si mostra in prima persona e racconta con la sua voce e la sua immagine in quanto anch’egli vittima dell’inganno, non solo come fan del ciclista, ma anche come regista a cui il soggetto ha mentito, realizzando un film che mentre racconta gli avvenimento con il ritmo di un reportage riflette anche sul ruolo della verità e del potere nella società, sulla manipolazione mediatica dai tg ai libri fino all’intervista chiave con Oprah Winfrey e si allarga fino a descrivere l’omertà dei colleghi, la crudeltà con cui Armstrong ha bloccato i detrattori e i critici, le responsabilità delle istituzioni sportive nell’insabbiare la verità fin dal 1999 per amore dello spettacolo, per il bisogno dell’eroe. Gibney racconta il mondo del ciclismo cogliendone i rapporti con la realtà tout-court e nella fine di un mito sa descrivere anche, in parte, il suo riscatto.

EMANUELE RAUCO